Gli affari incrociati Italia-Francia da Vivendi a Lavazza e Campari

Martedì 17 Gennaio 2017
Gli affari incrociati Italia-Francia da Vivendi a Lavazza e Campari
Luxottica-Essilor è la quarta fusione transfrontiera alla pari degli ultimi anni che vede protagonista un gruppo italiano. E, come nelle altre, l'Italia esce a testa alta visto che mantiene la leadership di governo nella combined entity. Le nozze degli occhiali fra il colosso di Agordo e il gruppo francese è l'operazione numero 284 avvenuta nell'ultimo decennio tra operatori dei due paesi con una forte prevalenza di acquisizioni di player francesi (185) rispetto alle 99 operazioni targate Italia (aggiungendo lo shopping di questi giorni di Fincantieri), come riporta un report di Kpmg.
Fiat-Chrysler è il principale merger fra un player italiano e uno estero, in questo caso Usa. Il Lingotto è salito in tre step - dal luglio 2009 all'aprile 2011 - al 30%. A maggio 2011, Torino ha sborsato 1,2 miliardi di dollari (902 milioni di euro) per acquisire il 16%. A gennaio 2014 poi il gruppo italiano ha versato 2,6 miliardi di euro per rilevare l'ultimo 41,5%. In totale al gruppo automobilistico l'operazione è costata 4 miliardi circa. Nel 2015 è De Agostini protagonista di un altro mega merger nei giochi da 3,4 miliardi: nasce Igt dalla fusione di Gtech con la statunitense International Game Technology. E sempre due anni fa dalla fusione da 1,8 miliardi tra Net-a-Porter e Yoox prende forma il big dell'e-commerce del lusso.
Molto trafficata la strada degli affari tra Italia e Francia. Tra il 2006 e la fine del 2016 player francesi hanno rilevato 185 aziende italiane per un controvalore di 49,8 miliardi. Il 2016 è stato l'anno record in termini di volumi con 34 transazioni per un controvalore di 3,1 miliardi. Tra le operazioni più significative, Vivendi ha acquistato una partecipazione del 23,9% in Telecom (investimento 3,4 miliardi) e del 28,9% di Mediaset pari al 29,9% dei diritti di voto (1.131 milioni), quindi a un soffio dall'opa. A dicembre Unicredit ha stipulato l'accordo per la cessione di Pioneer ad Amundi per un controvalore di 3.545 milioni. Closing nella prima metà del 2017 e sempre a dicembre, Lactalis ha lanciato l'opa residuale sul 12,26% del capitale di Parmalat al prezzo di 2,8 euro per un valore di circa 640 milioni. Sempre lo scorso anno la cordata tra Antin Infrastructure, Icamap, e Borletti group si è aggiudicata Grandi Stazioni per 953 milioni. Prima dell'abbuffata di acquisizioni fatte nel 2016, nel 2015 sono stati 22 i merger francesi in Italia per 4,4 miliardi totali.
Venendo invece alla direttrice Italia-Francia, dal 2006 sono 97 le operazioni per un controvalore di 7,6 miliardi. Il 2016 è stato anche l'anno record, sia per volumi che per il controvalore delle acquisizioni italiane di assets francesi con 21 transazioni pari a 2,5 miliardi. Tra le operazioni più significative Atlantia ha acquisito il 48% dell'Aeroporto di Nizza Costa Azzurra per 975 milioni, Lavazza si è bevuto il caffè Carte Noire per 700 milioni, Campari ha messo sullo scaffale Grand Marnier per 683 milioni, Fila si è aggiudicata le carte Canson per 85 milioni. La settimana passata Fincantieri è stata selezionata quale preferred bidder nel processo di vendita del 66,66% dei cantieri navali STX France di Saint-Nazaire. (r.dim.)
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