Fermati, condannati e liberati subito ripresi per ricettazione

Martedì 21 Febbraio 2017
La galera? Non fa paura. Anche perché si può ritornare subito a fare il proprio mestiere, scassinare auto. Ovvero spaccare finestrini, forzare serrature, piegare portiere, provocando un danno ancora maggiore del telefonino rubato o gli occhiali da sole spariti. Vivevano così due immigrati irregolari, un albanese e un marocchino che hanno devastato oltre un centinaio di macchine fra città e comuni satelliti in meno di due mesi. Dormivano al quinto piano dell'ex seminario della diocesi, in comune di Selvazzano, abbandonato da anni. Un monumento sinistro, alle porte della città. E nella stanza accanto i carabinieri hanno trovato anche un kosovaro di 18 anni insieme a una ragazza padovana di 16 scomparsa da casa. La famiglia la cercava da una settimana.
Il fatto è che i carabinieri di Selvazzano, Gezim Elezi, 18 enne albanese e Mohamed Radi, 27enne marocchino, li avevano fermati giovedì perché viaggiavano su un'auto rubata e avevano fatto resistenza ai militari. Dopo il giudizio direttissimo, condannati a un anno di reclusione e una multa di 400 euro il primo e la misura cautelare del divieto di dimora nel Veneto il secondo, erano stati scarcerati nel pomeriggio di venerdì. Quella stessa notte hanno compiuto un altro raid e i carabinieri di Selvazzano li hanno nuovamente fermati sabato pomeriggio per ricettazione. Avevano addosso merce rubata.
Da lì in poi non li hanno più mollati, scoprendo dove dormivano. Il magistrato di turno Roberto D'Angelo ha emesso un decreto di perquisizione e sabato pomeriggio i due hanno ricevuto la loro visita dentro l'edificio. I militari all'interno hanno trovato numerosi oggetti: navigatori satellitari, occhiali da sole, portafogli e telefonini in vari borsoni.
I due sono stati sottoposti al fermo di indiziato di delitto, anche perché avevano intenzione di espatriare in Germania. Nel locale c'era anche Gentian Krasniq, kosovaro 18enne e una 16enne di Padova che si erano ricavati un alloggio di fortuna all'interno di un'altra stanza. Il kosovaro era destinatario di un ordine di carcerazione emesso il 7 febbraio 2017 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Venezia, dovendo scontare la pena di otto mesi e tre giorni di reclusione per reati in materia di stupefacenti, commessi a Padova lo scorso anno. La ragazza, invece, è scappata di casa il 7 febbraio. Il padre ha denunciato la scomparsa. Ora è stata riaffidata alla propria famiglia.
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