Fazio, caso in Parlamento e all'Anac

Domenica 25 Giugno 2017
Fazio, caso in Parlamento e all'Anac
Fabio Fazio? «Il classico comunista col cuore a sinistra e portafogli a destra». Musica e parole di Roberto Fico, presidente della Vigilanza Rai che si indigna, e non poco, per il nuovo contratto del conduttore, pardon artista, di Che tempo che fa, che sbarcherà su Rai 1 con una dote di oltre 11 milioni di euro di stipendio.
La società che cura il format di Fazio e che lui si porterà dietro, e che però ancora non c'è, avrà un secondo contratto milionario di un anno. «Non serviva la predisposizione di una gara?», si chiedono i critici. Tutto questo perché nell'ultimo Cda il dg Mario Orfeo ha fatto capire che Fazio andava trattenuto in Rai, praticamente a tutti i costi visto che pare mancassero una manciata di ore al suo addio definitivo a viale Mazzini. Stime precise sui possibili introiti e ascolti che riuscirà a totalizzare Fazio non ne sono stati dati: solo un orientativo 50% di pubblicità, è stato riferito, potrebbe pagare il lavoro della star Fazio.
La polemica sta montando anche perché l'ultima delibera del Cda era all'insegna dei tagli, si parlava di almeno il 10% per tutti i compensi sopra alla soglia di sbarramento di 240mila euro. Ma alla fine per Fazio si è optato per un maxi premio di maggioranza. «Ma com'è che gli aumentano lo stipendio e non vuole più scappare dalla Rai», si chiede sarcastico il pentastellato Fico, che annuncia per martedì l'audizione del Cda e anche delle interrogazioni su tutta la questione palinsesti.
Michele Anzaldi (Pd) invece in quello stipendio vede un danno erariale e ha già pronto l'esposto all'Anac e alla Corte dei conti. Ecco le sue cartucce: ci sarebbe una mancata applicazione della delibera del Cda sulla riduzione del 10% dei compensi sopra i 240mila euro (per Fazio si è arrotondata la somma per eccesso), ci sarebbe un'assegnazione parziale della produzione di Che tempo che fa a una società esterna senza bando di gara e il pagamento dei diritti (dov'è l'identità Rai qui?) per un format che va in onda in Rai da 14 anni. Per Anzaldi anche il fatto di stilare un contratto quadriennale e non triennale è anomalo perché scavalca il prossimo Cda. «Siamo passati dai tetti troppo stretti allo sfondamento dei solai», dice invece Maurizio Gasparri (Fi). «Il tetto dei 240 mila euro è aggirato. Responsabilità del Cda che ha volutamente ignorato la normativa», secondo Gianni Sammarco (Ap). «Basta chiedere soldi ai cittadini per arricchire gli amici del palazzo», tuona Jonny Crosio della Lega.
Il dissenso del consigliere Carlo Freccero, che durante il Cda ha proposto fra l'altro il rilancio di Tv7, senza successo, e quindi a un certo punto se ne è andato, è più profondo. Ma attenzione, questo non vuol dire che abbandonerà il mondo Rai, anzi, promette di essere una spina nel fianco del nuovo dg. Freccero ha contestato anche il contratto di Fazio: «Avevamo detto di non fare più contratti di 4 anni».
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