Delfin, la cassaforte per blindare il futuro

Martedì 17 Gennaio 2017
Delfin, la cassaforte per blindare il futuro
Tutto ruota intorno alla Delfin, la finanziaria cassaforte di Leonardo Del Vecchio che controlla oltre il 61% di Luxottica e finirà a detenere dal 31 al 38% del futuro super gruppo degli occhiali con Essilor. La holding lussemburghese che detiene anche le partecipazioni in Generali (3,1%), Unicredit e in Foncière des Régions, la società immobiliare francese che controlla Beni Stabili, in corsa anche per l'Ilva di Taranto, ha registrato un profitto netto di 404 milioni e solo di dividendo Del Vecchio, unico usufruttuario della finanziaria, ha incassato 41,2 milioni. Ma il futuro passa inevitabilmente dalla sua successione e dal rischio di polverizzare la quota del super gruppo. La famiglia è divisa. Dalle tre mogli-compagne Del Vecchio ha avuto sei figli: Claudio (che controlla le camice Brooks Brothers), Paola e Marisa avuti dal primo matrimonio, Leonardo Maria dall'attuale moglie Nicoletta Zampillo (risposata nel 2010), Luca e Clemente dall'unione con Sabina Grossi. La soluzione è arrivata pochi anni fa: Del Vecchio è salito al 25% del capitale della Delfin, quota che lascerà in via testamentaria alla moglie (alla quale per legge spetterebbe comunque per la cosiddetta legittima). Mentre i sei figli sono scesi dal 16,5% al 12,5%. Un calo compensato con la messa a disposizione degli eredi di 1,5 miliardi. Ma nessuno dovrà spingersi al piano più basso e partecipare alla gestione dell'azienda.
Del Vecchio, che ha 81 anni, per evitare questioni come quelle che hanno dilaniato la Esselunga si è affidato a un meccanismo di voto che di fatto impedisce decisioni se non all'unanimità. Basterà a mantenere la rotta anche nel nuovo super gruppo da 15 miliardi? I francesi scommettono di no. Ma come al solito in queste cose conteranno gli uomini. Il re degli occhiali agordino d'adozione ha sempre dimostrato che da questo punto di vista è inflessibile: nel settembre 2014 si divise dall'Ad Andrea Guerra dopo 10 anni di collaborazione per profonde divergenze strategiche (anche se l'alleanza con Essilor fu studiata anche da Guerra). Promosse il manager Cavatorta al vertice, licenziato dopo un mese pare per contrasti con la famiglia. Sotto la pressione dei consiglieri indipendenti ha messo al comando un tandem di amministratori delegati: Adil Mehboob Khan e Massimo Vian. Il secondo è ancora in sella, il primo è stato liquidato con 7 milioni un anno fa.
E' altamente probabile, nota l'analista di Exane Bnp Paribas Luca Solca, che quando Del Vecchio deciderà di andare in pensione le redini del nuovo gruppo passeranno a Sagnières. Di sicuro oggi Del Vecchio ha direttamente in mano le redini dell'azienda da lui fondata e amata quanto un figlio. E le manterrà anche dopo la fusione. «Con questo accordo il mio sogno di creare un primario gruppo globale nel settore dell'occhialeria diventa realtà», il commento dell'imprenditore. L'operazione è stata fatta per dare continuità a Luxottica, farla diventare più grande, più capace di investire e così continuare a vivere nel tempo, osserva un esperto. Gli analisti benedicono l'affare perché anche diluisce la questione che grava su Luxottica, ossia la successione del suo fondatore. Che però negli accordi coi francesi non sarebbe stata normata. Ai posteri dunque l'ardua soluzione.
© riproduzione riservata

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci