Attentato rivendicato in italiano I servizi segreti alzano la guardia

Lunedì 27 Marzo 2017
Attentato rivendicato in italiano I servizi segreti alzano la guardia
A diffondere la nota della rivendicazione dell'attentato di Londra è stata Amaq news, la sedicente agenzia di stampa, considerata molto vicina al mondo del Califfato. In questo caso, però, nonostante le indagini abbiano escluso che Khalid Masood, l'attentatore nato nel Kent, avesse collegamenti con il nostro paese, un altro elemento ha attirato l'attenzione degli 007: la lingua scelta per attribuirsi la paternità della strage. I killer dell'Isis hanno sempre preferito per i loro proclami, l'arabo, l'inglese e il francese, invece il messaggio di minaccia è stato diffuso anche in italiano. Era già successo in passato dopo l'uccisione di Anis Amri, l'attentatore di Berlino, ma in quel caso la morte era avvenuta a Sesto San Giovanni, quindi sul nostro territorio.
LA PROPAGANDA - L'aspetto è stato considerato rilevante dalla nostra intelligence che sta lavorando proprio sul sistema di propaganda e su come il messaggio di Daesh venga usato per raggiungere più risultati possibili: creare senso di insicurezza nella cittadinanza e fare proselitismo. Il claim di rivendicazione diffuso da Amaq ha scelto anche altre lingue inusuali, tra le quali l'indonesiano, l'albanese e il tedesco. L'Italia non è nuova a simili minacce: le immagini della Capitale e di San Pietro con la bandiera nera del Califfo sono state pubblicate più volte dalla rivista Dabiq, anche se di recente è apparso il magazine Rumiyah, che tradotto letteralmente dall'arabo vuol dire Roma. Un nome che non lascia spazio a dubbi. Il primo numero è stato immesso on line dalla struttura mediatica di Daesh, al Hayat. «Riguardo alla scelta del titolo sono possibili varie ipotesi - analizzano gli 007 - ma in ogni caso è evidente il richiamo a Roma (intesa non solo come località geo-referenziata ma anche, in senso più ampio, come simbolo del mondo crociato) quale meta finale dell'avanzata militare del Califfato». Il magazine è realizzato in diverse edizioni, inglese, francese, tedesco, russo, turco, uiguro, pashtun, bosniaco, curdo e indonesiano, però non in italiano, anche se i contenuti spesso ci riguardano. La pubblicazione viene considerata destinata a tutti i seguaci di al Baghdadi e, proprio a fronte di una minore enfasi in tema di dimensione territoriale del Califfato, si sofferma sugli attacchi da compiere in Occidente, per i quali fornisce suggerimenti tecnico-operativi. E' da quelle pagine che è stato diffuso il messaggio di colpire i mercatini, le strade, i luoghi affollati, e di usare armi da taglio e mezzi di trasporto comuni per passare più facilmente inosservati. Ed è attraverso la lettura dei testi che emerge chiaramente quanto la perdita di territorio in Siria e in Iraq, abbia spinto gli estremisti islamici di tutta Europa a innescare una catena di vendette nel Vecchio continente con azioni isolate, poco sofisticate, ma non per questo meno pericolose. È stato così a Nizza, a Berlino e ora anche Londra, dove Massod ha colpito senza una strategia di gruppo. Tanto che anche Scotland Yard conferma: «Ha agito da solo, forse non riusciremo mai a capire perché lo ha fatto».
I PARTICOLARI - Nel frattempo, la nostra intelligence studia i particolari della rivendicazione in italiano, che in molti casi sembra scritta da un francese. Lo chiarisce anche Marco Arnaboldi, ricercatore affiliato della University of the Free State di Bloemfontein, Sud Africa, esperto del linguaggio usato nei media outlet dell'Isis, alla rivista on line Formiche.net: «È curioso notare le formulazioni, che non appartengono all'italiano standard, ma fanno anzi pensare a un francofono quale traduttore. Troviamo per esempio d'ieri, che rimanda al francese d'hier. Non a caso nella traduzione italiana si legge la parola crociata, che manca nella versione ufficiale in lingua araba, ma si trova in quella francese. E questa è una mezza conferma del fatto che il nostro traduttore si basi proprio sulla lingua di Parigi».
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