Test del dna su parenti e familiari delle vittime per identificare i morti

Lunedì 23 Gennaio 2017
In Ungheria è il giorno del dolore
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VERONA - Restano molto gravi, secondo i sanitari veronesi, le condizioni di salute di due dei passeggeri coinvolti nell'incidente del pullman ungherese in A4, costato la vita a 16 persone - fra cui una decina di liceali fra i 14 e i 16 anni - che stavano facendo ritorno a Budapest dopo una settimana di vacanza scolastica in Francia. Si tratta di un paziente che presenta ustioni sul 60% del corpo ed è ricoverato al centro grandi ustioni dell'Ospedale Borgo Trento e di un professore che ha riportato un grave trauma cranico e che è attualmente in cura nel reparto di terapia intensiva del Policlinico di Verona.
 

 

Questa mattina i parenti ed i familiari delle vittime del tragico incidente sono stati sottoposti al test del Dna, così da permettere l'indentificazione certa dei morti. Intanto, i ragazzi che si sono salvati e che fino a ieri erano ospitati in albergo veronese, sono ripartiti con un volo di stato e con propri mezzi: tra questi, anche il prof eroe che più volte era rientrato nel pulmann in fiamme salvando numerosi studenti, assieme alla moglie, ma purtroppo non i due figli, un maschio ed una femmina, morti nello spaventoso rogo che ha distrutto l'automezzo dopo lo scontro con un pilone nei pressi del casello di Verona est.

«Le vittime escono da un rogo, quindi è stato difficile trarre dalle salme il materiale necessario per l'esame del Dna, per questo le procedure potrebbero prolungarsi».
A dirlo il console generale d'Ungheria a Milano, Judith Timaffy. Gli esami autoptici sono stati eseguiti. «Il materiale - ha spiegato - è già stato prelevato, da oggi si procede con la comparazione del Dna. Quando ci sarà un risultato definitivo si potranno identificare i defunti e sarà rilasciata la documentazione necessaria per il rimpatrio, noi siamo pronti». «Speriamo che possa avvenire al più presto» ha concluso il console Timaffy.


«Il passo più urgente, ma che richiederà tutto il tempo necessario, è l'identificazione certa delle persone decedute e dei due feriti ricoverati di cui non sappiamo ancora l'identità». A dirlo il procuratore aggiunto reggente di Verona, Angela Barbaglio, riguardo all'inchiesta aperta per omicidio colposo plurimo stradale. Sul tavolo dei magistrati veronesi - l'inchiesta è affidata al Pm Nicola Scalabrini - c'è la lista dei 56 passeggeri che erano sul bus: 38 dei sopravvissuti sono stati identificati, ma per i 16 morti manca l'attribuzione ufficiale di una identità, come per i due feriti gravi. Non si sa ancora se lo stesso autista che era alla guida del pullman sia tra le vittime o sia uno dei due ricoverati "senza nome". Anche l'altro ferito potrebbe essere o un docente o il secondo autista che era in fase di riposo seduto sul sedile accanto a quello di guida. «Dobbiamo procedere - spiega il procuratore reggente, sentito dall'Ansa - alla comparazione del dna per poter dare la certezza di un nome alle vittime. È un passo necessario e fondamentale per poter poi dare il nullaosta per il ritorno delle salme alle famiglie». Sul fronte delle indagini, intanto, c'è stato uno scambio di informazioni tra gli inquirenti italiani e la polizia ungherese che ha avviato un'indagine sul tragico evento e che ha già messo sotto sequestro la documentazione riguardante il viaggio del bus da Budapest verso una località montana francese e che stava tornando nella capitale dopo vacanza sulle nevi di studenti, docenti ed accompagnatori del liceo classico Sninyei Merse Pal. Il vertice si è svolto in procura ed erano presenti tre ufficiali della polizia ungherese, che hanno messo a parlato dei dati finora da loro raccolti. La procura veronese - come spiega Angela Barbaglio - ha intanto dato l'incarico a un consulente di parte per la ricerca di tutti gli aspetti tecnici legati all'impatto e sul perché il mezzo si è immediatamente incendiato. Una analisi difficile, visto che del pullman è rimasta una carcassa di lamiere, ma il motore non sarebbe stato troppo toccato dalle fiamme.

 
 

Giorno di lutto nazionale oggi in Ungheria, ricordando le vittime del tragico incidente. La bandiera tricolore, sulla piazza davanti al Parlamento, è stata calata a mezz'asta, con un picchetto d'onore alla presenza delle massime cariche dello Stato: Il presidente della Repubblica Janos Ader, il premier Viktor Orban e il presidente del Parlamento Laszlo Koever. Presenti molti studenti, insegnanti e genitori del liceo Szinyei Merse, al quale appartenevano le vittime della tragedia. Bandiera a lutto sul Parlamento e ogni edificio statale, mentre nelle scuole del paese si ricordano le vittime con un minuto di silenzio. I feriti, trasportati a casa in aereo, sono curati nell'ospedale Honved da ieri sera, e sono rientrate anche molte famiglie di studenti coinvolti e rimasti illesi nell'incidente. Tutti sono ancora sotto choc, e avranno bisogno di essere accompagnati da psicologi e psichiatri per poter gestire i loro ricordi della tragedia. Una commemorazione è stata organizzata anche nel club di hockey sul ghiaccio del Ferencvaros TC, per ricordare il 30enne Balazs Vigh, ex atleta della squadra morto fra le fiamme. Si tratta del figlio dell'insegnante eroe Gyorgy Vigh: il padre ha salvato molte vite, ma non ha potuto fare nulla per salvare il proprio figlio.

Ultimo aggiornamento: 22:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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