SAN MARTINO BUON ALBERGO - Un grave incidente stradale con 16 morti si è verificato sull'Autostrada A4 nel Comune di San Martino Buon Albergo, in prossimità dell'uscita di Verona Est intorno. Un autobus è finito contro un pilone, incendiandosi. L'incidente è avvenuto poco prima di mezzanotte mentre il bus stava percorrendo l'A4 in direzione Venezia; proveniva da una località montana della Francia e diretto a Budapest. A bordo, secondo quanto si apprende dai Vigili del fuoco, ci sarebbero state 56 persone, in maggioranza ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Si tratta di ragazzi ungheresi. La stragrande maggioranza stava dormendo al momento dello schianto. 28 i feriti, portati negli ospedali di Verona. 12 persone sono illese. Il gruppo arrivava dalla Francia ed era di passaggio in Italia per tornare nell'est Europa. Alle otto di questa mattina l'autostrada A4 era ancora chiusa tra Verona Est e Verona Sud in direzione Venezia perché dovevano essere ultimate le verifiche tecniche sulla stabilità del ponte contro il cui pilone il pullman si è schiantato. L'autostrada è stata riaperta prima delle 16 in entrambe le direzioni, mentre rimaneva ancora chiuso il casello di Verona Est verso Venezia.
LA PROCURA APRE UN FASCICOLO: OMICIDIO COLPOSO PLURIMO
Omicidio colposo plurimo stradale: è il titolo di reato del fascicolo contro ignoti aperto dalla procura della repubblica di Verona sull'incidente.
DIFFICILE IDENTIFICARE LE VITTIME
Le condizioni dei corpi estratti dalla carcassa del pullman ungherese, che si è incendiato dopo essere finito contro un pilone in A4 a Verona, rendono particolarmente difficili le operazioni per l'identificazione delle vittime. I corpi sono in gran parte carbonizzati. Al lavoro, oltre alla stradale di Verona, anche la polizia scientifica che ha compiuto un attento esame anche all'interno del mezzo alla ricerca di ogni possibile traccia utile agli accertamenti in corso. L'attenzione è concentrata anche nella raccolta e visione dei video della rete autostradale.
UNGHERIA IN LUTTO
Il ministero degli esteri ungherese ha istituito un servizio telefonico di emergenza per informare i familiari delle vittime del tragico incidente. In una conferenza stampa il ministro Peter Szijjarto ha garantito che il governo coprirà tutte le spese di rimpatrio, oltre a quelle sostenute dai familiari sul posto. Tre ospedali di Budapest sono pronti ad accogliere i feriti. È stata listata a lutto, con una bandiera nera, la facciata del liceo Szinnyei di Budapest, al cui appartengono le 16 vittime e la trentina di feriti del tragico incidente. Da questa mattina in municipio a San Martino Buon Albergo, la località veronese dove è avvenuta la tragedia, sono state esposte a mezz'asta le bandiere dell'Ungheria e del Comune. «Per la nostra comunità è un giorno triste - afferma il sindaco Valerio Avesani - Con questo gesto, in segno di lutto, vogliamo testimoniare la nostra vicinanza alle famiglie che hanno perso i loro ragazzi a seguito del terribile incidente della scorsa notte».
LE DEPOSIZIONI DEI SUPERSTITI
Si stanno svolgendo in un hotel nei pressi di Verona Sud le deposizioni dei superstiti dell'incidente del bus ungherese. È la polizia a raccogliere le testimonianze e a provvedere ai prelievi del dna di quanti si sono salvati. Molti i ragazzi che escono in lacrime. All'interno funzionari di polizia, traduttori, uno psicologo e un frate cappuccino, padre Cipriano, ungherese, chiamato dal console dal convento di Mestre. «Sono molto abbattuti - spiega il religioso - Purtroppo molti ancora non sanno della fine di alcuni loro compagni». In hotel, alla spicciolata, arrivano italiani amici di ungheresi o anche semplici cittadini, come una persona giunta da Vicenza, che ha portato capi di abbigliamento per i ragazzi, alcuni dei quali sono ancora avvolti nelle coperte di questa notte.
«HO VISTO IL PULLMAN SPUTARE FUOCO» - «Ho visto fuoco nero dal motore. Fumo e scintille. Eravamo all'altezza di Desenzano ho provato a segnalare il problema con il clacson e i fari ma non ho ottenuto risposta». Nella ricerca delle cause del tragico incidente a Verona peserà probabilmente anche la testimonianza del camionista slovacco che ha seguito a lungo il bus ungherese ieri notte. L'uomo, che copre tutti i giorni la tratta Milano-Lubjana è sconcertato. «Ho fatto di tutto - ha detto - ma il bus si è allontanato a 110 all'ora. L'ho ritrovato più tardi in fiamme».