VERONA - Il quartier generale della disperazione è un albergo a due passi dall'autostrada. Qui i ragazzi sopravvissuti allo schianto vagano nella hall avvolti nelle coperte, gli sguardi persi nel vuoto. Aspettano i genitori che li vengano a prendere dall'Ungheria, piangono, si abbracciano cercando conforto l'un l'altro. Sono vivi per miracolo e hanno visto morire i loro compagni. Andres ha diciassette anni, felpa grigia e giubbotto nero: «Solo adesso comincio a rendermi conto di quello che è successo, cominciano a riaffiorare le immagini della fuga, della disperazione. Se sono qui è grazie a un mio compagno che mi ha salvato. Ha spaccato un finestrino a calci e ci ha fatto uscire. Non so nemmeno io come abbia fatto».
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