Zaia: «Tutti antifascisti non è una battaglia soltanto della sinistra»

Domenica 22 Gennaio 2023 di Alda Vanzan
Zaia: «Tutti antifascisti non è una battaglia soltanto della sinistra»

Aldo Cazzullo l'ha premesso in apertura del dibattito: ha voluto scrivere Mussolini il capobanda non solo per dire che il Duce era una persona «spietata e cattiva», ma anche per far capire che l'antifascismo non ha colore politico, non è, come per anni si è ripetuto, affare della sinistra. Una considerazione condivisa dal governatore del Veneto Luca Zaia, presente con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, lo scrittore Riccardo Calimani e il giornalista Maurizio Crovato alla presentazione, ieri al museo M9 a Mestre nell'ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria, del libro edito da Mondadori. «Non c'è distinzione tra nazismo e fascismo - ha detto Zaia -.

Dobbiamo partire dal presupposto che siamo tutti antifascisti e che non c'è nulla da rivalorizzare: la battaglia antifascista non è una battaglia di sinistra».


I TIMORI
Fosse stato per Zaia, il libro di Cazzullo avrebbe dovuto avere un sottotitolo: «Io avrei messo La fine di un mito. Perché chi ancora mitizza Mussolini, sbaglia. Ad esempio: quante volte sentiamo dire che Mussolini ha fatto le bonifiche? In realtà ha completato il lavoro iniziato da Giolitti. Ricordiamo sempre - ha aggiunto il presidente del Veneto - che sei milioni di ebrei sono morti, assieme ad omosessuali, disabili e zingari in una vera e propria pulizia etnica. L'atteggiamento nei confronti degli ebrei stato assolutamente aggressivo, vietando loro, sostanzialmente, di vivere. Si è trattato di operazioni meditate: difficile distinguere nazismo e fascismo, le leggi razziali sono operazioni meditate e volute». Per Zaia «la vera battaglia a favore dei giovani andrebbe fatta partendo dalla rete»: «Parlo di internet, i ragazzi sono spesso bombardati da messaggi sbagliati».


Ma può tornare il fascismo? Per Cazzullo no: «Però in Europa sono tornate idee xenofobe e razziste e tocca alla destra, in primis, combatterle».
«Non vedo il pericolo che possa tornare il fascismo, mi preoccupano però i fenomeni di intolleranza», ha detto il sindaco Brugnaro, facendo presente che, oltre alla storia bisogna occuparsi anche del presente e rispondere alle istanze dei cittadini, «perché il rischio è che si perda la fiducia lo Stato». E allora le degenerazioni possono prendere piede. «I crimini squadristi andavano arginati sul nascere con il diritto - ha detto Brugnaro -. Anche oggi c'è gente con tante denunce a piede libero, che vive delinquendo. Il cittadino non può resistere da solo se lo Stato non agisce in velocità. Un clima di demoralizzazione generale favorisce l'emergere dell'uomo forte. Dobbiamo domandarci cosa possiamo fare per mostrare alla gente che lo Stato c'è».
«Non siamo al sicuro», ha detto invece Calimani, convinto che, in presenza di una forte inflazione o di particolari tensioni, il fascismo possa rinascere: «Le ambiguità ci sono, il presidente del Senato ha un busto di Mussolini in casa. Io i timori li ho».


AUTONOMIA
A margine del dibattito sul fascismo, Zaia ha commentato le parole di Sergio Mattarella - «L'unità rafforza la patria» - pronunciate l'altro giorno a Brescia: «Il presidente della Repubblica, che è il garante della Costituzione, non può che dire questo - ha puntualizzato il governatore -. L'autonomia, lo dicono gli studiosi del federalismo, unisce i Paesi; è il centralismo che li disgrega». Nessuna previsione sui tempi di approvazione della riforma, anche se il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, ha detto che il via libera del Consiglio dei ministri arriverà entro la fine dell'inverno. «Io so che in 100 giorni si è fatto più di quello che non si è fatto in cinque anni: ora abbiamo l'articolo 143 bis della manovra che prevede i Lep e la legge di attuazione che è stata depositata al Dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi». Zaia non si è pronunciato sul testo che verrà esaminato dal Governo, se sarà la bozza del ministro Roberto Calderoli o se ci saranno modifiche come annunciato dal coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani: «Questo non lo so, certo che adesso dobbiamo lavorare tutti nella stessa direzione e soprattutto evitare che si diffondano leggende metropolitane circa la secessione dei ricchi, la spaccatura del paese, l'affamare il Sud e altre menate del genere». Ma il Veneto continuerà a chiedere le 23 materie? «Siamo nell'ambito della legge di attuazione che stabilisce i confini all'interno dei quali dovrà avvenire la trattativa, dopodiché ci sederemo al tavolo con la Costituzione in mano e vedremo cosa riusciremo a portare a casa». Potrebbero essere meno 23 materie? «Noi siamo a favore della gradualità, l'abbiamo sempre detto, ma l'importante è che sia scritto nero su bianco quale sarà il punto d'arrivo».

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