La droga di Hitler arriva a Nordest: pastiglie poco costose, ma devastanti

Lunedì 16 Ottobre 2017 di Gabriele Pipia
La droga di Hitler arriva a Nordest: pastiglie poco costose, ma devastanti
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MESTRE - All'apparenza sembra una gustosa caramella di colore rosso, quelle che amano soprattutto i bambini. In realtà è una droga sintetica a base di metanfetamina con effetti devastanti, in grado di provocare danni irreversibili al cervello e al sistema cardiovascolare. Una sostanza che, assieme alla nuova eroina-killer, rappresenta l'ultima frontiera della droga a Nordest. Sequestrata prima a Marghera e poi a Monfalcone. «Noi la chiamiamo Yaba, ma è conosciuta come droga della pazzia oppure droga di Hitler. Perché rischia di mandarti via di testa, rendendoti violento e aggressivo, proprio come capitava ai soldati nazisti. Provoca anche depressione, e tanti sono arrivati all'istinto suicida».

A parlare, sottovoce, è Md Khan. Trentenne, origine bengalese, ha gli occhi rossi e le guance scavate. Vive in Italia da 10 anni, lavora come operaio in una ditta di Marghera e conosce perfettamente la nostra lingua. È lui a spiegarci nel dettaglio come funziona un giro di spaccio sempre più florido e pericoloso. 

Negli ultimi anni due grandi operazioni hanno portato a smantellare due reti di spaccio a Roma e a Milano, ma il 2017 è l'anno in cui questa droga è sbarcata a Nordest. L'indagine che ha portato al primo sequestro in Veneto è stata avviata dai carabinieri di Spinea (Venezia), che a luglio hanno recuperato in un appartamento di Marghera 5mila euro e oltre 500 pastiglie. Il secondo sequestro, un mese dopo, è stato fatto in Friuli a Monfalcone.
Md Khan assume questa droga da tempo: dello Yaba conosce perfettamente la provenienza, i rischi e gli effetti. Accetta di raccontarci questo mondo nel dettaglio, a patto che venga utilizzato un nome di fantasia. «Io dello Yaba so tutto - ammette - ma se gli spacciatori scoprono che ho parlato poi mi vengono a cercare a casa. Questo ambiente è pericoloso, devo stare attento. Per favore chiamatemi Md Khan: un nome molto comune nel mio Paese».

«In Asia - ci dice Md Khan- lo Yaba è una droga molto popolare da decenni, soprattutto in Bangladesh e in Thailandia. Lo scorso anno ho cominciato ad assumerla qui, durante le serate con gli amici bengalesi. Abbiamo iniziato con gli spinelli e siamo finiti a queste pastiglie. Ora purtroppo ne siamo dipendenti. La assumiamo perché inizialmente ti dà una sensazione da sballo, ti fa sentire sveglio e vivo. Conosco molti operai, per esempio, che la assumono prima di fare il turno di notte. Io la inalo usando una cannuccia, ma so che può essere anche ingoiata. Oppure polverizzata e sniffata». Se questa droga si sta diffondendo sempre più, è anche per il suo prezzo considerato economico. Ma quanto costa una pastiglia? «Circa 5 euro se è piccola, 10 se è grande. Ma - racconta - se sei nel giro giusto puoi trovare anche prezzi più bassi. Il prezzo è accessibile e quindi in compagnia è facile assumere anche più pastiglie nel giro di una sera. Una dose di Yaba costa un terzo rispetto ad una dose di cocaina. È molto economica e tutti possiamo permettercerla: per questo è così pericolosa e per questo motivo anche qui in Italia dobbiamo abituarci a sentirne parlare sempre più spesso».

Dopo la sensazione di sballo iniziale si avvertono sensazione terribili: allucinazioni, ansia, sintomi depressivi, voglia di farla finita. E gli effetti sono devastanti anche sul corpo, oltre che sulla mente. Lo sa bene Md Khan, che nel giro di un anno ha perso 10 chili. «Ho avuto paura notando un amico perdere oltre 20 chili - racconta - e vedendolo faticare addirittura nel reggersi in piedi. Conosco anche chi non riesce più a dormire la notte: alcuni amici si svegliano all'improvviso terrorizzati. So che in molti casi lo Yaba porta anche ad istinti suicidi».
Eppure smettere è molto difficile: proprio per il basso costo, infatti, è facile entrare nel tunnel e poi diventarne dipendenti.

Lo spaccio è florido soprattutto nell'area di Mestre e Marghera, e gravita principalmente attorno alla comunità bengalese. «A Mestre - sottolinea il trentenne - basta andare in via Piave e in via Capuccina. Poi, certo bisogna saper chiedere alle persone giuste. Di giorno o di notte, non fa differenza. E gli spacciatori guadagnano moltissimo. Si rivolgono a gruppi numerosi, che si rivolgono a loro prima di passare un'intera nottata assieme. Quindi riescono a vendere senza problemi anche un centinaio di pastiglie in una sera».

Lo Yaba proviene soprattutto dalla comunità del Bangladesh, ma tra gli stessi bengalesi non è una droga ben vista. «È considerata la droga della vergogna - confida Md Khan - esattamente come in Italia lo è l'eroina. Gli anziani bengalesi, per esempio, si arrabbiano quando vedono i giovani con questa droga. La assumiamo sempre di nascosto, quasi vergognandoci di noi stessi». Mentre parla, Md Khan si guarda allo specchio e scuote la testa. Intanto, però, pregusta già la prossima serata in compagnia. Prima di un turno di lavoro, tutti assieme, dentro quel tunnel che annebbia il cervello e acceca la ragione. «So che posso rovinarmi - sospira Md Khan -. Per fortuna io non ho moglie e figli a cui render conto...»
Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 15:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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