Turista 20enne violentata in hotel da coetanei, la pm chiede 8 anni

Mercoledì 15 Febbraio 2017
Turista 20enne violentata in hotel da coetanei, la pm chiede 8 anni
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IL PROCESSO La denuncia di una ventenne contro due coetanei: sequestrata in una stanza
Fu una violenza sessuale di gruppo con sequestro di persona. Un reato frutto di una «subcultura di tipo maschilista».
Il sostituto procuratore Lucia D'Alessandro ha concluso così la requisitoria al processo relativo allo stupro denunciato da una giovane straniera nella primavera del 2014, sollecitando pesanti condanne per due ventenni, entrambi veneziani, per i quali ha chiesto rispettivamente otto e sette anni di reclusione.
L'avvocatessa costituitasi di parte civile per conto della vittima, Carmela Parziale e il difensore degli imputati, l'avvocatessa Gabriella Zampieri, discuteranno nel corso della prossima udienza, il 28 febbraio, data nella quale è prevista anche la sentenza.
L'episodio finito sotto accusa è stato denunciato da una coetanea dei due imputati che, all'epoca dei fatti, studiava e lavorava a Venezia. La ragazza ha raccontato ai carabinieri di essere stata condotta dai due giovani in una stanza d'albergo e costretta a subire atti sessuali contro la sua volontà, privata della possibilità di andarsene in quanto le chiavi della stanza erano state nascoste. Successivamente, a causa di quanto accaduto, la ragazza ha lasciato Venezia per rientrare in patria, ma si è presentata in aula per confermare il suo racconto e per spiegare che conosceva bene uno dei due ragazzi e si fidava di lui.
Nel corso delle indagini la ragazza era stata ascoltata anche attraverso un incidente probatorio, svoltosi con l'ausilio di un traduttore, e la difesa aveva cercato di fare emergere contraddizioni nel suo racconto.
Secondo la Procura, al contrario, gli elementi emersi durante l'inchiesta e confermati durante il dibattimento sono sufficienti per provare che la giovane fu privata della libertà di andarsene da quella stanza d'albergo e che è stata vittima di violenza sessuale di gruppo. Al Tribunale, presieduto da Irene Casol, ha chiesto di riconoscere loro, alla luce della condizione di incensurati, le attenuanti generiche equivalenti all'aggravante di aver privato la ragazza della libertà.
Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 09:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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