Come noleggiare un palazzo storico per allestirci un'esposizione

Martedì 9 Maggio 2017 di Paolo Navarro Dina
Come noleggiare un palazzo storico per allestirci un'esposizione
VENEZIA - La ciliegina sulla torta è stato il restauro dell'antico Ospizio della Misericordia, un edificio trecentesco attiguo all'ex chiesa omonima (quella delle polemiche sulla sua temporanea trasformazione del Padiglione islandese in moschea alla Biennale Architettura di due anni fa ndr). Un lavoro importante che ha consentito il recupero di un bene storico degradato nel tempo.

Ora, oltre all'Ospizio, così come la chiesa sconsacrata, che appartiene ad una nota famiglia di imprenditori lombardi che ha deciso di puntare al restauro e alla riqualificazione di un intero compendio, è stato risistemato il giardino interno e ripristinato il collegamento interno, attraverso il Chiostro, con la vicina Abbazia, sede di alcuni uffici della Soprintendenza alle Belle arti. Un collegamento abbandonato da anni e che ora è stato riaperto. Tra questi edifici, ipotizzati come contenitori di mostra, (da ieri è aperta l'esposizione In-forma, evento collaterale della Biennale) si sta sviluppando un'esperienza di gestione e di intermediazione di beni storico-artistici attraverso una società, la Valorizzazioni culturali spa, guidata da un veneziano Filippo Perissinotto, con l'intento di mettere a disposizione di enti interessati una vasta gamma di luoghi e di edifici per mostre, esposizioni d'arte e/o per una valorizzazione di immobili che, altrimenti, non troverebbero appetibilità sul mercato.

«Si tratta - sottolinea Perissinotto - di grandi e antichi immobili che, di fronte alle più svariate esigenze di carattere culturale, possono essere riconvertiti in sedi espositive o di allestimento mostre. Una soluzione che non riguarda solo privati interessati a quantificare un guadagno mettendo a disposizione le loro proprietà, ma anche enti locali, istituzioni statali e fondazioni bancarie. Tutti soggetti che intendono valorizzare il loro patrimonio che altrimenti potrebbe essere dimenticato o finire nel degrado. E altrettanto evidente che, di fronte ad un uso e riuso di questi immobili, vi è anche un ritorno economico». E così, proprio in occasione della Biennale, la società ha consentito ad altrettanti enti (alcuni Stati come l'Estonia) ma soprattutto associazioni, galleristi e sodalizi, di poter allestire in ben 23 luoghi di Venezia altrettante mostre. Ed ecco quindi nell'elenco alcuni edifici come la Scoletta dei Tiraoro e Battioro a San Stae, Ca' Faccanon, ex sede del Gazzettino; e una dozzina di palazzi (Flangini, Benzon, Nani Bernardo, Molin, Rocca Contarini Corfù, etc.).
 
Anche l'Istituto della Pietà a San Marco e Palazzo Pisani, attuale sede del Conservatorio Benedetto Marcello, si sono affidati alla società per mettere a disposizione parte delle loro enormi sedi per padiglioni, mostre ed esposizioni della Biennale. «Il nostro obiettivo - sottolinea ancora Perissinotto - è quello di riposizionare questi edifici sul mercato, avviando come nel caso dell'antico Ospizio della Misericordia, una sostanziale ristrutturazione degli immobili diventando così appetibili per gli usi più consoni alla loro rivalutazione culturale. Tutto ciò potrà consentire, una volta conclusi i lavori di riassetto, anche un inserimento potenziale nel tessuto turistico, artistico e sociale della città. Un discorso che non vale solo per Venezia e il suo centro storico, ma che può adeguarsi a tutte le realtà italiane siano essi comuni, istituzioni e fondazione bancarie che intendano valorizzare il loro patrimonio immobiliare».
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Ultimo aggiornamento: 17:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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