VENEZIA - Sembra il teatro dell'assurdo, invece è tutta realtà. Il complesso dell’archistar portoghese Alvaro Siza Viejra a campo Marte alla Giudecca, costato più di 3 milioni di euro, è l'eterno incompiuto. Questi tre edifici, gestiti dall’Ater, sono diventati il simbolo dello sperpero. Inizialmente si sarebbe dovuto trattare di un insieme di case create per favorire la residenzialità a canoni agevolati, ma la realtà è ben diversa. Il giardino che avrebbe dovuto accogliere i bambini è una discarica a cielo aperto. Un’ala si presenta come uno scheletro di cemento. L’altra, quella abitata, presenta situazioni incredibili. «Dall’inizio - racconta un'inquilina - ho sempre avuto problemi di infiltrazioni d'acqua». La signora non ha mai lasciato perdere, chiamando tutti i responsabili, dall'Ater all'amministratore di condominio, finché è riuscita ad ottenere una spiegazione: «Mi hanno detto che nel sottotetto è stata messa una lamiera per riparare le case da eventuali perdite. Però, per evitare effetti di condensa e umidità, hanno pensato di fare alcune fessurazioni in maniera da far passare l'aria». Risultato: l’aria gira, ma passa anche l’acqua piovana...
Ultimo aggiornamento: 15:33
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