Ulss e ricette, capo del Cup sospeso. Difesa: «Mai rinvii ai malati di cancro»

Venerdì 30 Novembre 2018 di Fulvio Fenzo
la sede dell'Ulss 3
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MESTRE - E adesso parla anche lui. Dopo l'Ulss 3 Serenissima, scesa ieri in campo per sostenere con forza che non sono mai state rinviate le visite ai malati di cancro, interviene Stefano Vianello, che a Mirano era dirigente del Centro unico di prenotazione e ideatore di quello che era chiamato sistema di controllo dell'appropriatezza prescrittiva, sospeso dallo scorso primo ottobre, senza stipendio, dall'incarico di responsabile facente funzione del distretto sanitario 2 di via Cappuccina. Per difendersi da quello che finora non è stato altro che «un enorme processo mediatico, una montagna che, alla fine, avrà partorito sì e no un topolino». E, a quel punto, le azioni giudiziarie le promuoveranno loro.

«È L'ORA DI PARLARE» «Le accuse di questi giorni sono palesemente destituite da ogni fondamento, tendenziose e gravissime, che inducono il mio assistito, Stefano Vianello, ad abbandonare il suo riserbo sulla vicenda delle ricette dell'Ulss 3 Serenissima - spiega l'avvocato Fabrizio Scagliotti, legale di Vianello -. Finora avevamo scelto il silenzio, anche per rispettare l'azienda sanitaria che è intervenuta più volte per difendere il mio assistito». Un medico che Scagliotti definisce sereno per quanto riguarda quello che sarà l'accertamento della vicenda delle liste d'attesa, ma profondamente arrabbiato per gli accostamenti tendenziosi che non poteva più passare sotto silenzio. 

VISITE ANTICIPATE «Il meccanismo di verifica dell'appropriatezza sulle prescrizioni contenute nelle ricette previsto dall'Ulss 3 non ha mai comportato alcun ritardo o spostamento in avanti nel tempo di prescrizioni relative a patologie oncologiche, ma semmai ha consentito, se del caso, di anticiparle - spiega il legale di Vianello - perché, in ogni caso, a tutti i malati oncologici veniva assegnata la prima data utile. Secondo aspetto, è gravissimo che si accostino i decessi di malati oncologici all'utilizzo del software aziendale sulla verifica dell'appropriatezza. Il fatto, tragico e purtroppo talvolta inevitabile, che alcuni malati oncologici siano deceduti nulla ha a che vedere con il meccanismo di verifica di appropriatezza». E poi si entra nella vicenda delle liste d'attesa, specificando che non esistono ricette doppie, ma che la ricetta è quella del medico prescrittore, e che tutto il processo di verifica dell'appropriatezza è tracciato e perfettamente ricostruibile a garanzia della trasparenza dei soggetti coinvolti e dell'intento di assicurare a tutti le prestazioni nei tempi di cui hanno diritto.

PROCESSO MEDIATICO «La sanzione irrogata al mio assistito - riprende l'avvocato Scagliotti - non ha nulla a che vedere con ritardi nelle prestazioni, duplicazioni di ricette, falsificazioni di dati. Viene solo imputato al mio cliente (errando, ma ciò sarà oggetto di una causa davanti al giudice del lavoro) di non aver verificato la congruenza tra due diversi flussi di dati trasmessi al Ministero i quali non hanno alcun diretto effetto sulla prestazione». Un aspetto sottolineato ieri anche dall'Ulss 3 rispetto alla prescrizione della ricetta e all'effettiva erogazione della visita o dell'esame. «Il processo mediatico cui è sottoposto il mio assistito è inaccettabile - prosegue il legale -, sciorinando discutibili dati acquisiti non si sa bene come, posto che sono in corso indagini rispetto alle quali il mio cliente, che non ha notizia di essere indagato, non ha possibilità di accedere». Vianello e il suo legale si dicono pronti a confrontarsi in aula («se ciò avverrà») e nell'ambito della sanzione che lo ha sospeso dal lavoro. Ma intanto, come ha già annunciato l'Ulss 3, valutano azioni giudiziarie per tutelare l'immagine del medico: «Quando la montagna avrà partorito il topolino, sarà il nostro turno».
 
Ultimo aggiornamento: 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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