Tredici verbali in 6 anni, via la licenza:
ecco il primo bar radiato a Mestre

Giovedì 1 Settembre 2011 di Monica Andolfatto
Il bar Loni (PhotoJournalists)
VENEZIA - Fine chiusura mai. Stavolta le serrande sono abbassate definitivamente. Per riaprire il locale, infatti, occorrer avviare l’iter necessario al rilascio di una nuova autorizzazione di avvio attivit. La revoca della licenza al "Loni Bar" di via Trento porta la data dello scorso 11 luglio e la firma della dirigente del Settore Commercio del Comune. Ma la notifica e quindi l’effettiva serrata dell’esercizio è stata eseguita ieri mattina da parte dei vigili urbani. È la prima volta che a Mestre si arriva a una misura così drastica e definitiva ai danni di un locale pubblico come confermano da Ca’ Farsetti. E va detto che Fehmi Hoxhai, kosovaro di 31 anni, titolare del Loni c’ha messo del suo per vedersi radiare il permesso. I dati parlano chiaro: dal 2005 a oggi tredici i controlli effettuati dagli uomini del comandante generale Luciano Marini sempre seguiti da verbali di contestazione per il mancato rispetto della normativa sui videogiochi che in tre occasioni hanno portato alla sospensione del lavoro per cinque giorni per volta e al sequestro delle "macchinette" ai fini della confisca.



Anche a fronte di parecchie lamentele e lagnanze dei residenti che segnalavano assembramenti rumorosi, frequentazioni a rischio, aperture notturne ben oltre l’orario consentito, da parecchio tempo il Loni Bar era sotto la lente d’ingrandimento delle forze dell’ordine impegnate, in particolare nel quartiere Piave, in uno sforzo congiunto per garantire sicurezza e legalità. In questo contesto si inserisce anche l’ordinanza con cui il questore di Venezia Fulvio Della Rocca, lo scorso ottobre ha disposto il blocco del locale per quindici giorni consecutivi, applicando il massimo dalla sanzione prevista ai sensi dell’articolo 110 del Tulps.



Stavolta i funzionari del Comune hanno applicato quanto previsto articolo 8 bis della legge 689/81 che impone la revoca nel caso si riscontri nei cinque anni successivi la reiterazione della stesso reato. Tolleranza zero aveva annunciato nei giorni scorsi il sindaco Giorgio Orsoni. Stanare i covi della delinquenza aveva tuonato l’assessore Gianfranco Bettin. Applicare tutti gli strumenti possibili per impedire la sedimentazione di situazioni limite.

E il caso del Loni Bar si inserisce proprio in questa strategia a 360 gradi in cui agli interventi repressivi seguono quelli di natura amministrativa che completano l’azione nello specifico della polizia locale: «La nostra attenzione su via Piave e zone limitrofe è e resterà elevata - assicura Marini – e anche questo episodio lo dimostra».



Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’assessore al Commercio, Carla Rey: «Questo è il massimo provvedimento che possiamo applicare. Sarà obiettivo primario del mio assessorato mantenere alta la guardia sia su via Piave e dintorni, sia sul resto del territorio comunale affinché non vi siano situazioni di contravvenzione alle norme del commercio. La linea che seguiremo sarà comunque quella della massima fermezza».



E dal tono di queste dichiarazioni si ha la certezza che il Loni Bar ha inaugurato una nuova via di contrasto a quelle forme di illegalità che possono, per loro natura, degenerare in maniera pericolosa e incontrollabile.
Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 19:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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