VENEZIA - Entrare a Venezia, dal 16 gennaio del prossimo anno, non sarà più come prima. Chi non risiede in città, dovrà dimostrare - con un Qr-code, scaricabile da un apposito portale del Comune - di aver pagato il nuovo contributo d'accesso o di esserne escluso o esentato.
Chi non deve pagare per entrare a Venezia?
Il testo licenziato ieri riporta i principi generali di applicazione del contributo, con la lunga lista di esclusi ed esentati. I primi, oltre ai residenti, sono i lavoratori, gli studenti e i proprietari di case. Impossibile citare tutta l'ampia casistica degli esentanti (l'elenco è nel sito del Comune). Tra i principali, gli ospiti di hotel e strutture ricettive, che già pagano la tassa di soggiorno. I bambini sotto i 6 anni, i disabili, i nati a Venezia... E ancora chi viene in città per visite mediche, funerali, manifestazioni sportive o patrocinate da Comune, Città Metropolitana, Regione. I citati ospiti di veneziani. Esentati anche tutti i veneti, ma solo nei giorni in cui non sarà superata la soglia di presenze che farà scattare la tariffa massima.
Qual è numero massimo di visitatori a Venezia?
Una soglia importante, dunque, che il regolamento però non fissa. Per il momento sono circolate solo ipotesi, come quella dei 50mila, pari circa ai residenti. La decisione toccherà alla Giunta, dopo il passaggio del regolamento in Consiglio comunale, con un successivo regolamento attuativo. Dovrebbe essere questione di settimane. E alla Giunta il regolamento lascia anche la possibilità di utilizzare strumenti di controllo elettronico. I famosi tornelli - acquistati e sperimentati del Comune già l'anno scorso - ma per il momento accantonati. Potrebbero essere introdotti in futuro, magari in un alcuni punti d'accesso. Per l'avvio del contributo, da gennaio, le verifiche saranno invece solo a campione, affidate a controllori di una società esterna che gireranno per la città.
Turisti schedati
Una rivoluzione certamente complessa. E tante sono state le perplessità sollevate anche ieri, in commissione, dalle opposizioni. Dal tema della privacy, in particolare per la «schedatura» degli ospiti, molto criticata sia da Marco Gasparinetti (Terra e Acqua) che da Giovanni Andrea Martini (Tutta la città ne parla). Ai dubbi sull'effettiva capacità del contributo di incidere sui flussi. «Mi sembra più un'altra tassa» il commento di Alessandro Baglioni (Pd). Ma l'assessore al turismo, Simone Venturini, tira dritta: «La delibera è stata vagliata, la privacy è rispettata, l'esenzione è una scelta. Ora bisogna provare. O si prova o si continua a non far nulla».