MESTRE - «Quando ho sentito la prima scossa mi sono messa a urlare. La casa è al primo piano e avevo paura che ci crollasse addosso. Ho svegliato i miei familiari, ho preso le prime cose che trovavo e sono uscita all’aperto». Parla con un filo di voce Cinzia Perotti, marchigiana che da anni vive a Mestre. Poche ore prima ha vissuto un’esperienza drammatica: originaria di Montegallo (Ascoli Piceno) a 12 km da Arquata del Tronto, uno dei centri più colpiti dal terremoto che ha sconvolto l’Italia centrale. Lì è crollato praticamente tutto. «Per fortuna - racconta la superstite - qui le case sono state costruite più di recente con criteri antisismici, ma le crepe sono dappertutto. Appena più in là è il disastro, mia sorella a Spelonga (frazione di Arquata) ha perso la casa».
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Cinzia Perotti era ritornata nella Marche per trascorrere qualche giorno di ferie con i parenti. Non ha avuto la forza di rimanere. Assieme alla madre e al figlio di 17 anni ha atteso la luce del giorno, è salita in auto e si è messa in strada per fare ritorno a Mestre.
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