MESTRE - Per due anni scolastici ha ricoperto l’incarico di insegnante di sostegno nella scuola primaria dell’istituto comprensivo “Parolari” di Zelarino, senza aver mai conseguito il titolo di studio necessario all’insegnamento. Giuseppina Iannuzzi, 44 anni, residente a Salzano, è stata condannata dalla Corte dei conti del Veneto a restituire al ministero dell’Istruzione poco meno di 36mila euro, oltre a rivalutazione monetaria e interessi, pari all’ammontare degli stipendi incassati indebitamente per l’attività di insegnamento svolta tra il settembre del 2019 e il giugno del 2021.
La donna, che non si è costituita a giudizio, potrà comunque ricorrere in appello di fronte alla sezione centrale della Corte, a Roma.
Per ottenere gli incarichi di supplenza, la signora Iannuzzi ha dichiarato di aver conseguito nel 2020 il diploma di maturità magistrale presso il liceo scientifico “Da Vinci” di Vallo della Lucania, il comune di nascita. Gli accertamenti effettuati dalla procura della Corte dei conti ha consentito di appurare che la donna non ha conseguito alcun diploma, contrariamente a quando da lei dichiarato. Circostanza confermata dal preside del liceo campano il quale ha comunicato che il numero di diploma presentato dalla sedicente insegnante non corrispondeva ad alcun numero di registro dell’istituto. Inoltre il preside ha evidenziato come fosse impossibile per un liceo scientifico rilasciare un diploma magistrale. La Corte ha ritenuto che l’aver illecitamente ottenuto il conferimento di una supplenza mediante false dichiarazioni, fa venir meno il titolo alle retribuzioni per l’attività svolta, «giuridicamente prive di “giusta causa”, a nulla rilevando ogni considerazione circa gli eventuali risultati ottenuti e le concrete modalità di espletamento delle funzioni».