Veneto, specializzandi come medici di famiglia. «E' una necessità, avranno un tutor». Stipendi, assistiti, differenze

Il Dg Flor: "Nei Pronto soccorso via l'incompatibilità, i professionisti verranno pagati di più"

Venerdì 6 Maggio 2022 di Alda Vanzan
Veneto, specializzandi come medici di famiglia. «E' una necessità, avranno un tutor». Stipendi, assistiti, differenze
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Vi fareste curare da un dottorino, cioè da un laureato in Medicina che ancora non ha la specializzazione? Lo accettereste come medico di famiglia o in Pronto soccorso? In ogni caso, lavorerebbe gratis come tirocinante visto che si sta specializzando oppure sarebbe pagato? Queste domande tengono banco dopo che l'assessore regionale alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, ha presentato a sorpresa una serie di emendamenti alla legge di adeguamento ordinamentale in materia di politiche sanitarie, proposte che hanno innescato una dura polemica politica. Il tema sarà affrontato la settimana prossima in quinta commissione. Tre i provvedimenti: 1) si ripropone una legge scaduta a fine anno così che i medici che hanno lavorato 4 anni in Pronto soccorso possano partecipare ai concorsi anche se non hanno la specialità; 2) si toglie l'incompatibilità degli specializzandi per i Pronto soccorso (oggi possono fare solo le Guardie mediche), il che vuol dire che possono essere assunti a tempo determinato o con contratto libero professionale; 3) per evitare le esternalizzazioni si aumentano a 100 euro lordi all'ora il pagamento dell'attività aggiuntiva dei medici dipendenti del Pronto soccorso. Il direttore generale della Sanità della Regione del Veneto, Luciano Flor, ne parla in questa intervista.

Dottor Flor, è legittimo impiegare i dottorini come medici di famiglia?

«Sì, è previsto dall'accordo collettivo nazionale della medicina generale.

L'accordo dice che un medico specializzando, quello che voi chiamate dottorino, può avere fino a 650 assistiti. Per aumentare il numero di assistiti sarebbe bastata una delibera, ma la Regione del Veneto ha deciso di dare una stabilità certa e futura con una legge».

Il motivo?

«Mancano medici di base, in Veneto ne avevamo 3.300, oggi siamo a 2.560. A questi si aggiungono 195 medici provvisori di cui 62 specializzandi e 80 temporanei, tutti specializzandi. Questo per dire che i dottorini sono già impiegati come medici di base».

Non è una forzatura?

«È una necessità ed è un tema comune a tutta Italia, tant'è che lo scorso 28 aprile c'è stato il via libera alla Camera dei deputati. Altro che blitz del Veneto. Il dibattito tra le varie Regioni è sul quantum: 500/650 come adesso o di più?».

La novità quindi è sul numero degli assistiti?

«Sì, vista la situazione emergenziale la Regione del Veneto prevede un massimo di 1.000 assistiti per gli specializzandi al primo anno e di 1.200 per gli anni successivi».

I medici di medicina generale normali quanti pazienti hanno?

«1.500. Su base volontaria si può arrivare a 1.800».

Non è rischioso affidare i pazienti a un medico alle prime armi?

«Per i medici al primo anno di specializzazione è previsto un tutor, non sarà mai da solo. Voglio comunque ricordare che i laureati in Medicina, anche senza specializzazione, già oggi possono lavorare nelle Guardie mediche, la cosiddetta Continuità assistenziale».

I dottorini sono obbligati a fare i medici di medicina generale?

«No, è su base volontaria». Lavorerebbero gratis? «Assolutamente no».

Quanto prendono i medici di base normali?

«C'è una quota capitaria e una quota accessoria, un medico di medicina generale con 1.500 assistiti prende 105mila euro lordi all'anno, al netto delle prestazioni aggiuntive».

I dottorini quanto prenderebbero?

«Con 650 assistiti 55mila euro lordi all'anno, mantenendo la borsa di studio. Sono pagati esattamente come tutti i medici di medicina generale».

E se gli assistiti aumentano a 1.000 o 1.200?

«Circa 80 euro ad assistito».

Le altre Regioni come si stanno muovendo? «Come noi, la Toscana, ad esempio, ha già anticipato questo provvedimento».

Passiamo ai Pronto soccorso: anche qui gli specializzandi?

«Avevamo già una norma che è scaduta il 31 dicembre 2021 e che riproponiamo e che dice di poter utilizzare, con adeguata formazione e supporto, i medici specializzandi. La retribuzione? Come i medici dipendenti».

Quanti medici mancano nei Pronto soccorsi?

«Abbiamo messo a concorso 125 posti, ne abbiamo reclutati 30».

Come fate a coprire i turni?

«Il tema è: prima di arrivare alla cooperativa utilizzare gli specializzandi e dare più soldi ai nostri medici. E comunque è da tre anni che il decreto Calabria permette di assumere gli specializzandi, non è una novità. Semplicemente trasferiamo in legge quello che è già nella prassi. Mi sorprende che qualcuno faccia il pesce in barile». 

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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