VENEZIA - Giovanni Mazzacurati è credibile; le sue confessioni sono spontanee e «nonostante qualche imprecisione, ha reso dichiarazioni articolate e reiterate, costanti nei passaggi essenziali». Lo scrive il Tribunale di Milano nelle motivazioni della sentenza di condanna a carico di Marco Milanese, l'ex collaboratore dell'allora ministro Giulio Tremonti, al quale lo scorso anno sono stati inflitti 2 anni e 6 mesi per traffico di influenze illecite in relazione ad uno degli episodi dello scandalo Mose.
Quella decisione è importante in quanto è la prima emessa all'esito di un dibattimento (le altre pene sono relative a patteggiamenti) e le conclusioni dei giudici milanesi sono utili per valutare in modo completo i verbali con le dichiarazioni rese nel 2013 dell'ex presidente del Consorzio Venezia Nuova. Sono tutti da buttare come chiedono i legali degli ultimi 8 imputati al processo Mose o possono entrare a far parte del materiale probatorio, anche in mancanza di contraddittorio, alla luce dell'attuale impossibilità a deporre di Mazzacurati? La decisione del Tribunale lagunare è prevista a breve: i giudici devono stabilire se la degenerazione mentale di Mazzacurati fosse prevedibile, in particolare alla luce del certificato medico dal quale risulta che già nel 2013 soffriva di un iniziale deficit mnesico in base al quale fu rimesso in libertà. I giudici di Milano hanno dichiarato che non era prevedibile il suo peggioramento, ma senza avere a disposizione quella diagnosi.
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".