Roberta di Camerino raccontata
dalla figlia: omaggio a Giuliana

Giovedì 10 Novembre 2016 di Riccardo Petito
Roberta di Camerino raccontata dalla figlia: omaggio a Giuliana
«L'unica figlia che ha dato il nome alla mamma», la definì con acutezza un amico di famiglia. Si presta a più letture "Schegge di R", volume che Roberta Camerino dedica da un lato alla madre da poco scomparsa, la famosa stilista Roberta di Camerino al secolo Giuliana Coen Camerino, dall'altro - dichiaratamente - a sé stessa e al loro rapporto.

In Schegge di R, edito da Marcianum Press e scritto assieme alla giornalista Federica Repetto, la vera Roberta ripercorre una vita dominata dalla forte presenza femminile e imprenditoriale che affiancò per 4  decenni nella gestione e nell'indirizzo dell'azienda veneziana. Tracciando così un doppio ritratto, domestico e professionale, senza trascurare cenni a storiche creazioni, abiti e accessori innovativi: tra questi la famosissima borsa Bagonghi, che prese nome da un nano circense, ammirata da Grace Kelly.

Ruolo non facile, affiancare l'«instancabile, vulcanica ed energica» fondatrice di un marchio così prestigioso, e caratterialmente poco incline a condividere scelte e direzioni. La stilista che da ragazza sognava di dedicarsi al teatro, non dimenticò l'originaria vocazione in occasione delle fantasiose sfilate (anch'esse precorritrici), ben documentate da immagini pubblicate per la prima volta, che confermano ironica verve e grandiosità che non sfigurerebbero - anzi - nelle passerelle odierne: danzatori, pattinatori, perfino orsi ammaestrati che giocano con borse. Negli scatti Giuliana Camerino è ritratta anche accanto a star famose quali Joan Crawford, Salvador Dalì, Alberto Sordi; la cantante Madonna è sorpresa con una sua borsa.

«Dopo la morte della mamma - spiega l'autrice - mi sono capitati tra le mani dei fogli dove avevo raccolto, senza un preciso filo logico, una serie di brevi episodi di tono ironico e divertente, che pensavo di tenere per me e la mia famiglia; sono state le persone a cui li avevo sottoposti, come Luciana Boccardi e Marino Zorzi, a spingermi a pubblicarli». Con un intento: «Rendere un omaggio a Giuliana Camerino, mia madre, e non a Roberta di Camerino, la famosa stilista; ad una figura che possedeva un carattere senza il quale non sarebbe diventata ciò che era, e al cui fianco ho lavorato per quarant'anni».
Perno del libro è certamente il confronto tra due figure femminili, ciascuna dotata di una ben particolare personalità: «Il nostro rapporto - confida ancora Roberta - è stato bellissimo ma assai difficile; il problema è che mi chiamo Roberta Camerino e mi differenzio dalla ditta solo per un di; mi confondevano un poco con la mamma, del cui successo e forza sono sempre stata molto orgogliosa, e ho dovuto costantemente lottare e cercare di fare sempre del mio meglio per affermare la mia identità».
«Vorrei che rimanesse il ricordo della sua arte - conclude l'autrice - della sua personalità, della sua bravura, perché era una donna eccezionale in tutto, la sua è stata una vita difficile, alquanto complicata, e ha fatto tanto per la moda e per Venezia». L'intimismo del libro contagia insospettabilmente il prefatore, Vittorio Sgarbi, che ricorda come il marchio fosse il preferito dalla madre e accenna alle persecuzioni che Giuliana Camerino subì con l'emanazione delle famigerate leggi razziali, a seguito delle quali fu costretta a rifugiarsi in Svizzera. Preziose sulla genesi del volume le considerazioni della critica di moda Luciana Boccardi, che affiancherà Roberta Camerino e Federica Repetto alla presentazione ufficiale di Schegge di R, oggi alle 18.30 all'Ateneo Veneto, con Matteo Zoppas (Confindustria Venezia) e don Roberto Donadoni (Marcianum Press).
Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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