Rai, il mistero del segnale scomparso in alcune zone di Venezia e Treviso

Giovedì 20 Luglio 2023 di Marta Gasparon
Rai, il mistero del segnale scomparso in alcune zone di Venezia e Treviso

VENEZIA - Concedersi qualche ora davanti alla televisione, sintonizzandosi sui canali Rai, in certe zone del Veneto è diventata un’impresa, perché in molte case il segnale non arriva. Una situazione che sta alimentando proteste, fino all’intervento di associazioni di consumatori e la minaccia di non pagare più il canone. Il problema si protrae ormai da marzo dell’anno scorso senza alcuna soluzione concreta messa in campo, arrivando a coinvolgere diverse località non solo a Venezia e in terraferma, ma anche a Jesolo, San Donà e nel Trevigiano. Tutta colpa del cosiddetto “switch off” (letteralmente “speg nimento”), come non si stanca di denunciare Adico, l’associazione a difesa dei consumatori con sede a Mestre, che sta portando avanti una battaglia affinché i cittadini coinvolti nel problema riescano ad ottenere quanto prima una risposta. Anche attraverso una provocazione che potrebbe divenire realtà se entro la fine del 2023 le cose non cambiassero: boicottare il pagamento del canone, appunto, richiedendo l’esonero in quanto non possessori – questo l’unico escamotage possibile – di una tivù.

CANONE

«Queste persone hanno buttato al vento circa 140 euro di canone – marca il presidente Adico, Carlo Garofolini – Così facendo lo Stato sta rubando soldi alle famiglie, che innanzitutto andrebbero rimborsate». Col termine “switch off” è indicato il passaggio dal vecchio al nuovo segnale che, nel corso dei mesi scorsi, ha portato ad una progressiva riassegnazione delle frequenze. L’obiettivo? Garantire la trasmissione del segnale attraverso un nuovo standard, in linea con le indicazioni dettate dalla Commissione europea. Per quanto riguarda Venezia insulare, i sestieri di Sant’Elena, Castello, Giudecca e Lido risultano essere le zone più critiche. Che tradotto significa che i canali della tivù pubblica non si riescono a vedere quasi mai, se non sporadicamente. E a risentire dell’annoso disservizio sono soprattutto le persone anziane – più dell’80% delle segnalazioni arrivano da loro, afferma Adico – che, specie in queste giornate torride, troverebbero un po’ di conforto e compagnia nella programmazione trasmessa da “mamma Rai”. A Jesolo (dal Lido al paese, passando per le frazioni) la panoramica non è migliore e le criticità si sono estese anche nella zona di Eraclea, oltre che di Caorle e Cavallino-Treporti, con segnalazioni sempre più frequenti. Le stesse che hanno raggiunto pure il sindaco Christofer De Zotti, con Rai Way – la società del Gruppo che si occupa del segnale radiotelevisivo – al lavoro da tempo per tentare di porre fine alla questione. A protestare era stato mesi fa anche il mondo dell’hotellerie attraverso l’Associazione Jesolana Albergatori che, con la lettera del presidente Pierfrancesco Contarini, aveva deciso di attuare una sorta di sciopero del canone. Da Santa Lucia di Piave a Solighetto, da Vazzola a Godega di Sant’Urbano, da Osigo a Montaner. Anche nel Trevigiano le segnalazioni relative ai disservizi nella ricezione si stanno accavallando: in molte abitazioni le reti nazionali non si vedono mai o, se succede, càpita solo in determinati orari. Un problema diffuso, che nasce da una sovrapposizione di segnali, anche nella fascia Pedemontana. A Sarmede, il sindaco Larry Pizzol si è attivato sia con la Rai, sia con il ministro Adolfo Urso. «Dalle 20 alle 21 i canali non si vedono più anche fino alle 6-6.30 – riferisce Pizzol –. Questo succede a Sarmede, Rugolo e Montaner, ma anche a Villa di Villa e Osigo. Dopo l’invio della mia Pec c’è stato un sopralluogo dei tecnici, che stanno ipotizzando una soluzione definitiva».

LA RISPOSTA

La dirigenza Rai fa sapere intanto di essere a conoscenza della questione. Secondo alcune ipotesi alla base del disservizio ci sarebbe il caldo eccessivo: sotto accusa in particolare il velo di umidità nell’aria che affievolisce il segnale dal monte Venda, sui Colli Euganei. Ma il presidente Adico rincara la dose: «È una risposta ridicola. Stiamo denunciando questo disservizio da un paio d’anni – evidenzia Garofolini –. A questo punto mi piacerebbe che dicessero che se fa caldo e la temperatura non scende sotto i 24 gradi, il canone non va pagato. Ma i cittadini lo saldano sempre e hanno diritto di beneficiare di un servizio pubblico che scandalosamente chi di dovere non riesce a garantire. A noi i responsabili Rai hanno confermato di conoscere la situazione e che la cosa si sarebbe risolta al più presto. Ma di fatto nulla è cambiato».

Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 10:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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