Carte di identità ai migranti, la Prefetura: norma da seguire

Sabato 10 Dicembre 2016 di Raffaele Rosa
Carte di identità ai migranti, la Prefetura: norma da seguire
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La normativa ministeriale secondo la Prefettura di Venezia è precisa e va seguita senza eccezioni. Per l'Anci, però, serve ulteriore chiarezza riguardo alle modalità per il rilascio delle carte d'identità magari attraverso una mappatura di tutte le richieste che sono giunte alle singole anagrafi dei comuni veneti. Ad oggi non esiste un numero totale di quelle che sono le richieste di rilascio di un documento di riconoscimento da parte dei migranti che sono presenti nella nostra regione. Ma la stessa Anci potrebbe avviare un censimento comune per comune per capire l'entità del problema dopo il no della sindaca di Oderzo Maria Scardellato a voler rilasciare le carte d'identità ai migranti.
«I Comuni hanno la necessità di capire meglio la questione delle iscrizioni all'anagrafe di coloro che sono in transito nel nostro territorio, come gestirla, quali effetti implica, cosa accade nel caso di espulsione ha spiegato ieri in una nota Angelo Tosoni, vicepresidente di Anci Veneto -. Centrale è verificare se l'iscrizione all'anagrafe comporti una presa in incarico di queste persone da parte delle amministrazioni con relativo impegno di risorse economiche per la loro gestione, ad esempio, per quanto riguarda i servizi sociali. Nel caso del mio Comune, Valeggio sul Mincio, ad esempio, 15 dei 21 migranti ospitati hanno fatto richiesta di residenza e uno di questi ha 9 figli prosegue Tosoni -. Come Anci, quindi, siamo impegnati nel richiedere chiarimenti e rassicurazioni per consentire di affrontare questo adempimento nel modo più efficace sia per le amministrazioni ospitanti sia per gli ospitati, nel rispetto della legge e dei diritti di tutti».
Dalla Prefettura di Venezia, che ha compiti di coordinamento territoriale, l'indicazione è quella di seguire la norma inserita in un decreto legislativo del 2015, che recepisce le direttive comunitarie in combinato al Testo Unico per l'immigrazione e può essere richiesta se la persona è ospite da tre mesi consecutivi in un centro di accoglienza (dove otterrà la residenza), sulla base dei dati anagrafici del permesso di soggiorno temporaneo rilasciato dalla questura. 
«Questa in effetti è la linea da seguire aggiunge il sindaco di Cona Alberto Panfilio Per il mio Comune, per esempio, è diverso: noi siamo stati catalogati come Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria) e questo status non prevede che ci siano per gli ospiti le condizioni per concedere l'iscrizione all'anagrafe e quindi ottenere il documento d'identità». 
La Lega Nord - Liga Veneta, intanto, dopo la solidarietà del governatore della Regione Luca Zaia, annuncia che sta preparando una mozione che invierà a tutti gli amministratori comunali veneti del Carroccio perché non concedano il documento di riconoscimento a coloro che non hanno ancora ottenuto lo status di profughi. «Maria Scardellato ha il pieno sostegno della Liga Veneta in questa azione di disobbedienza civile passiva - commenta il segretario del Carroccio veneto Gianantonio Da Re -. Dire no ad una legge iniqua è un atto coraggioso che non può essere derubricato come un gesto che vuole solo creare tensione. Il Viminale deve riflettere su quanto sta imponendo ai Comuni italiani e ai cittadini».
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