Il primario di Radiologia si licenzia: «Troppo stress in ospedale, vado nel privato»

Sabato 23 Settembre 2023 di Alvise Sperandio
Le richieste di esami radiologici a Mestre sono salite del 30%

MESTRE - «Correre dalla mattina alla sera per far fronte a una richiesta abnorme di esami, cresciuta a dismisura nell’ultimo anno, per poi sentirsi anche criticati dalla gente per colpe che non sono nostre? No, grazie». Così il primario di Radiologia dell’ospedale all’Angelo, Claudio Fittà, ha deciso di sbattere la porta e andarsene. Ha rassegnato le dimissioni nelle mani del direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima, Edgardo Contato, per voltare pagina: resterà alla guida del reparto fino al 31 dicembre, poi con ogni probabilità andrà a lavorare nel privato, le proposte non gli mancano. «Vado via perché mi sono stufato», dice senza mezzi termini Fittà, 57 anni, originario di Milano, laurea e specializzazione a Padova col massimo dei voti, primario a Mestre da tre anni quando era subentrato al dottor Roberto Ragazzi.

Parla di «disagio lavorativo», perché «la difficoltà nel pubblico è ormai nota, non la scopriamo di certo adesso». «La questione è molto semplice – spiega Fittà –. Nell’ultimo anno le richieste di analisi radiologiche sono schizzate a un +30%, forse anche 40%.

Mi riferisco soprattutto alle risonanze magnetiche e alle tomografie computerizzate. Ormai i medici di base al minimo problema prescrivono l’approfondimento dallo specialista. Questo non significa che abbiamo più malati, ma che sempre più spesso è più facile demandare al radiologo piuttosto che fare una scelta di cura. In gergo si chiama inappropriatezza. Col risultato che la mole di lavoro cresce sempre di più finché non è più possibile soddisfarla». 

«A PIENO RITMO»

«Il reparto - prosegue Fittà - lavora a pieno ritmo tutti i giorni, le strumentazioni sono operative anche il sabato mattina. Ma a parità di organico, la cui coperta è peraltro già corta, e di apparecchiature, è impossibile soddisfare questo incremento di richieste. Il collo di bottiglia si è fatto sempre più stretto. E poi i pazienti vengono a lamentarsi da noi, che non abbiamo nessuna responsabilità. Non è questione di ore lavorate, i sacrifici li si fa anche volentieri, se necessario. È che di fatto non si sa più dove infilare gli esami, sapete con quale conseguenza? Che chi può va in libera professione, pagando, ma solo chi può. C’è anche chi, come prescritto dalla legge, ma spesso non saputo, se non riesce a fare l’esame nel pubblico e si rivolge al privato, poi viene a chiedere il rimborso della prestazione».

Quel privato dove andrà a lavorare Fittà, che evidentemente non lascia un posto senza avere certezze: «Sto vagliando alcune ipotesi, vedremo. Non era più possibile andare così, con questi ritmi, con questo stress, prendendo anche gli insulti dalle persone. Già venivamo dal durissimo periodo Covid. E avevamo recuperato gran parte dell’arretrato, ma se continui a caricare, sempre sugli stessi, poi si arriva a un punto di non ritorno. Ho provato a spiegarlo più volte alla direzione, il dialogo è andato avanti fino all’ultimo, ma realmente non ci sono state mai delle vere soluzioni. Allora io dico basta». L’Ulss 3 comunica che «la prassi, già avviata, prevede la richiesta di autorizzazione alla sostituzione, fatta alla Regione, e poi i tempi tecnici del concorso. Il nuovo primario di Radiologia sarà il 32esimo direttore di Unità operativa complessa nominato dal direttore Contato».

Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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