Il sogno del sindaco Brugnaro: torri e palasport da 10mila spettatori ai Pili

Domenica 11 Giugno 2017 di Elisio Trevisan
Il sogno del sindaco Brugnaro: torri e palasport da 10mila spettatori ai Pili
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L'entusiasmo per le vittorie della Reyer ha messo il sale sulla coda ai veneziani, e la velocità repentina dei successi sempre più importanti ricorda ad ogni piè sospinto che, in base ai criteri della Federazione per la serie A, dai playoff del prossimo anno il Taliercio non sarà più a norma perché ha 3.509 posti contro i 5 mila richiesti.

Così Luigi Brugnaro ha annunciato il nuovo palasport da almeno 10 mila spettatori, e i responsabili della squadra coi tifosi sono pronti a marciare a tappe forzate, schiacciando anche il conflitto d'interessi che vede il sindaco patron della squadra e proprietario dei terreni dove è sempre più probabile che sorga il nuovo palazzetto. Come mostra il progetto del 2010 che l'architetto Luciano Parenti aveva realizzato per Porta di Venezia, la società di Brugnaro guidata da Derek Donadini, uomo di Umana e oggi vicecapo di gabinetto del sindaco, i Pili sono considerati il luogo perfetto. E quel progetto, tra le opere dello studio veneziano di architettura e urbanistica che sta realizzando anche i quattro nuovi alberghi nell'area ex Demont in via Ca' Marcello a fianco della stazione ferroviaria, torna dunque in auge in tutta la sua attualità.

L'idea nacque nel 2008, dopo che l'imprenditore Luigi Brugnaro tre anni prima aveva acquistato dal Demanio i 40 ettari paludosi in riva alla laguna e a fianco del ponte della Libertà per 5 milioni di euro. Nessuno, all'epoca, ci aveva visto l'oro che riluceva sotto al fango, perché quella che tutti oggi chiamano la vera porta di Venezia era stata considerata per decenni la pattumiera della città storica e della zona industriale di Marghera, come del resto era avvenuto per San Giuliano diventato poi il parco cittadino ideato da Antonio Di Mambro.

Brugnaro, proprietario di Umana e, all'epoca della Giunta Cacciari, già patron della Reyer, in quei 40 ettari ci vedeva un piano di sviluppo che trasformava le immondizie in ricchezza.

Considerati la vera Porta di accesso a Venezia, perché si trovano accanto al ponte della Libertà, direttamente sull'acqua, toccati dal tram e dal futuro Sfmr, su quei 40 ettari il progetto prevede il rafforzamento delle interconnessioni tra i sistemi di trasporto già previsti da Veneto Strade, creando una zona di interscambio tra bus, motoscafi, treni Sfmr, tram, veicoli privati e bici. E quanto agli edifici, dovranno ospitare funzioni publiche di carattere regionale, commercio, residenza, ricettivo, aree per il diporto nautico e vaste aree verdi. I Pili, insomma, saranno un volano che serva da esempio per la riconversione di altre zone industriali abbandonate.
 
Poi tutto venne bloccato quando l'imprenditore si candidò a sindaco e esplose uno dei suoi possibili conflitti d'interessi: durante la campagna elettorale disse che aveva deciso di sospendere tutti i suoi progetti di sviluppo, soprattutto ai Pili, «e casomai quei sogni li riprenderò quando smetterò di fare il sindaco». Era a Santa Maria delle Grazie in via Poerio quando annunciò la sua candidatura e contemporaneamente la costituzione di un blind trust fatto di professionisti indipendenti per affidargli tutte le sue proprietà.

Ora il blind trust è tornato di pressante attualità, e già lo scorso aprile aveva annunciato che era quasi pronto. Lo disse rispondendo allo studio del Pd veneziano sul Quadrante di Tessera: si potrebbero vendere i 30 ettari della società Marco Polo del Casinò e anche la sede di Ca' Noghera, ricavandone 50 milioni di euro, il nuovo stadio e pure la nuova sede della Casa da gioco.

Lo scorso marzo il consigliere M5S Davide Scano commentò così l'annuncio del blind trust: «Bisogna vedere nel concreto cosa vuole dire. In realtà Brugnaro non è amministratore della società Porta di Venezia, proprietaria dell'area di Pili a Marghera, si è già formalmente staccato. Di fatto però, essendo l'unico socio, ovvero essendo socio all'80%, e gli altri soci suoi dipendenti, la sostanza non cambia. È lui che governa le scelte che vengono fatte. E così per le altre sue aziende».
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