Enrico Berlinguer spacca la giunta:
divisi sulla dedica della piazza

Giovedì 7 Agosto 2014
Enrico Berlinguer e la piazza di Bojon a lui intitolata
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CAMPOLONGO MAGGIORE - «Macché crisi di Giunta. Ciascuno di noi, secondo coscienza e i propri valori sociali, è libero di esprimere la propria opinione, anche in Consiglio comunale se occorre. Il vice sindaco Zampieri si è astenuto dall'approvare una decisione della maggioranza amministrativa comunale, ma ciò non scalfisce assolutamente la compattezza della Giunta».

Il sindaco di Campolongo Maggiore, Alessandro Campalto, restituisce ai mittente le insinuazioni dei consiglieri del gruppo di minoranza «Il Popolo delle Libertà/Lega nord», dopo che il vice sindaco Andrea Zampieri si è astenuto dal votare una deliberazione riguardante la dedica della nuova piazza della frazione Boion alla memoria dell’ex segretario del Partito Comunista Italiano, Enrico Berlinguer. Una iniziativa (forse) concordata, che non ha comunque inciso sul risultato del voto. Il caso era stato sollevato dai tre consiglieri di minoranza consiliare «Uniti per Campolongo», contrari alla dedica della piazza ad un esponente politico.

«La scelta è di parte - hanno affermato i consiglieri Miotto, Gastaldi e Universi - Niente contro Berlinguer ma a Campolongo abbiamo avuto persone che hanno dedicato la loro vita al bene comune e avrebbero sicuramente meritato di essere ricordate dai nostro concittadini, senza il bisogno di ricorrere al nome di un personaggio politico di sinistra».

L'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Alessandro Campalto, a capo della lista «Futuro comune», non ha voluto sentire ragioni e da giovedì scorso l'area antistante il Centro civico della frazione Boion si chiama «Piazza Enrico Berlinguer».

Mentre il primo cittadino ribadisce che «la scelta sul nome di Berlinguer non è stata politica bensì focalizzata sui suoi valori morali, le minoranze rispondono che "la decisione è stata condizionata dai componenti della vecchia ala di sinistra di Boion e che essendo la piazza di tutti non doveva avere indirizzi di carattere politico".
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