Paolo, il mestrino della Silicon valley
che spia tutti i nostri gusti online

Mercoledì 19 Ottobre 2016 di Maurizio
Paolo Privitera
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MESTRE «Periodicamente il presidente Barack Obama convoca un incontro con chi lavora nella Silicon Valley. Ad uno di questi incontri sono stato chiamato anch'io. Il presidente chiede di dargli idee, di fornirgli suggerimenti. L'incontro dura 20 minuti in tutto, ma la riunione vera e propria, con i funzionari della Casa Bianca, va avanti per 7-8 ore».
È così che il mestrino Paolo Privitera, uno dei geni made in Italy della Silicon Valley, 38 anni, liceo al Morin e laurea in informatica a Ca’ Foscari, racconta il suo incontro con il presidente degli Stati Uniti. Del resto Privitera nella Silicon Valley di Google ed Apple, di Facebook ed Airb&b, è una leggenda. Con una delle sue aziende lavora ad assemblare i dati che gli utenti spargono in internet e con quelli costruisce profili. È in grado di dare informazioni sui gusti e sulle tendenze, sulle passioni e gli interessi di chiunque abbia anche solo un indirizzo mail. Le aziende per le quali lavora pagano per tracciare i clienti e sapere in anticipo se hanno intenzione di acquistare un’automobile nuova o anche solo di andare ad un concerto. Siccome tutte le loro mosse in internet sono memorizzate, anche se giurano di essere amanti dei Beatles e poi vanno sul sito dei Rolling Stones, il computer capisce e segnala. Paolo Privitera racconta che a 16 anni ha fatto la sua prima start up, quando ancora nessuno sapeva che cos'era una start up, «ho registrato il dominio mestre.it. Allora costava 500 mila lire, oggi costa 10 euro, e con mestre.it volevo lanciare internet e i siti di e-commerce. Qualcuno mi ha ascoltato, i più mi hanno guardato a bocca aperta e non se n'è fatto niente. Quello è stato l'inizio della mia avventura».
Che passa per il Cile: «A Santiago c'è uno dei più grandi incubatori del mondo» e approda a San Francisco, dove abita con Enrica Cavalli, una sarda di 30 anni che ha lavorato una vita a Venezia e a Mogliano, a H-Farm. Neppure lei è una qualsiasi perchè, se Paolo Privitera è considerato in America uno dei maghi dell'information tecnology, lei è una video maker di successo. «Abbiamo presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia un documentario che racconta la storia di una merlettaia centenaria e famosissima, Emma Vidal, la storia di un mondo che sta scomparendo». Enrica Cavalli, che del documentario è regista, fa parte del team Arte-Mida che raccoglie un gruppo di donne che sforna progetti sul mondo femminile. Lei e Privitera si sono conosciuti ad H-Farm e adesso entrambi lavorano negli Stati Uniti.
Privitera, che abitava con i genitori in via Felisati, già alle elementari aveva iniziato ad innamorarsi dei computer. «Mi mandavano in vacanza in Svizzera da mio zio che aveva messo in piedi un sistema automatizzato di consegna dei libri della Biblioteca di Zurigo che contava milioni di volumi. Ebbene, lui aveva pensato di collegare le biblioteche di tutta la Svizzera attraverso i tunnel sotterranei costruiti durante la guerra. È da lì che ho cominciato a trafficare con i personal computer».
Adesso Privitera ha tre società, la più importante delle quali, lavora appunto al tracciamento dei profili degli utenti. Ed è così famoso negli Usa che la Casa Bianca tiene conto dei suoi consigli. «Se vorrei tornare in Italia? Sì e no. Ci vengo volentieri per staccare la spina e fermarmi un po', ma poi ho bisogno di tornare in America perchè nella Silicon Valley c'è una carica di energia che non trovi in nessun'altra parte del mondo».
 
Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 15:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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