VENEZIA - Di fatto la laguna di Venezia è “regolata” dal Mose, il più grande intervento di “manutenzione” mai realizzato dall’uomo in un ecosistema così complesso e fragile, capace di prevenire danni socioeconomici che vanno dai 211 ai 464 milioni all’anno. Ma che crea anche dei problemi nuovi, sfide da affrontare: la laguna volta pagina.
Un convegno al campus scientifico di Ca’ Foscari, a Mestre, è stata l’occasione per presentare i risultati delle ricerche scientifiche del programma Venezia2021 che avranno un importante peso anche nella governance della laguna del futuro. Dal 3 ottobre del 2020 le barriere del Mose alle bocche di porto sono state sollevate per 44 volte in difesa della città, mantenendo il livello della laguna inferiore a quello del mare ed evitando l’inondazione del centro storico e delle isole.
Se da un lato il Mose ha dimostrato la capacità di salvaguardare Venezia da una varietà di eventi climatici anche estremi, cosa è successo in laguna? Risultano fondati i timori di conseguenze ambientali avverse? Quali possono essere le contromisure? Come si stanno manifestando, e come si manifesteranno, gli effetti del cambiamento climatico e come separarli da quelli dovuti ad altre cause? A tutte queste domande (e ad altre) il Corila, in collaborazione con il Provveditorato alle Opere pubbliche del Triveneto - che ha messo a disposizione le risorse necessarie - ha tentato di rispondere con un programma quadriennale di ricerche attuato da Università di Ca’ Foscari, Iuav, Università di Padova, Consiglio Nazionale delle Ricerche ed Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale. Questo programma, conclusosi a fine del 2022, ha coinvolto circa 300 ricercatori e ha prodotto una mole cospicua di risultati. Elementi che saranno utili non solo per la gestione del Mose ma, in generale, per la gestione sostenibile della città e dell’intera laguna. «È stato un appuntamento utile per fare un aggiornamento delle conoscenze sulla laguna, con un confronto tra il prima e il dopo Mose, nonostante l’intervallo di tempo osservato sia abbastanza breve - sintetizza il presidente del Corila Antonio Marcomini, professore di Chimica ambientale a Ca’ Foscari - per valutare gli effetti idrodinamici, ecologici, biologici, di inquinamento. Risultati di pregio ottenuti dalla comunità scientifica da mettere a disposizione dei “fruitori”, dei decisori, in un’ottica di collaborazione». Ad esempio è stato valutato l’impatto sulle barene rispetto al numero di alzate delle paratoie. Cinque le macroaree di approfondimento che sono state affrontate: dal come contrastare la “marinizzazione” della laguna, analizzando gli scambi laguna-mare di acqua e sedimenti, al monitoraggio di acque e sedimento e quale riutilizzo del sistema lagunare, dallo stato di salute dell’ecosistema agli strumenti per migliorarlo, fino a parlare dei cambiamenti climatici attesi e gli impatti sul patrimonio storico artistico della laguna e quali ricadute dei risultati delle ricerche sugli enti che collaborano alla gestione della laguna di Venezia.