Picco di morti e stop ai funerali, obitori e forni crematori in tilt: la crisi dei posti per le salme

Martedì 22 Dicembre 2020 di Luisa Giantin
Bare (foto d'archivio)
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MIRA - Obitori praticamente pieni, forni crematori sovraccarichi e la situazione è destinata a peggiorare considerando che dalla Vigilia di Natale al giorno di Santo Stefano compreso non sarà possibile celebrare i funerali nelle chiese. Il costante aumento dei decessi per covid nell'area metropolitana di Venezia, unito ai problemi per la celebrazione delle esequie, condizionate dal fatto che spesso anche i parenti stretti del defunto sono in quarantena, stanno mandando in tilt il sistema.
STRUTTURE AL LIMITE

Fino a pochi giorni fa, anche se con qualche giorno di ritardo, era possibile fissare il funerale del defunto e, nel caso, il successivo appuntamento con il forno crematorio di Marghera o di Spinea per la cremazione. Da qualche giorno invece le strutture sono al limite: a Marghera la sala per i commiati non è utilizzabile per la sua funzione originale di accoglienza dei famigliari perché, non avendo più spazi alternativi, i feretri in attesa della cremazione vengono depositati nella sala stessa. La situazione è critica anche negli obitori degli ospedali a causa di un aumento costante dei decessi. Nei nosocomi di Mirano e soprattutto nell'ospedale Covid di Dolo, gli obitori, sono dedicati in questi giorni esclusivamente ai reparti ospedalieri, mentre chi muore in casa va indirizzato verso l'ospedale di Noale. 
ULSS AI RIPARI

Per tentare di sanare o almeno di riorganizzare la situazione già critica l'Ulss 3 Serenissima ha dato precise disposizioni ai Comuni del distretto Dolo-Mirano e Noale comunicando che «negli obitori del distretto non vengano autorizzate le soste temporanee di feretri in attesa di cremazione», da questa settimana e fino al 3 gennaio. Le imprese di pompe funebri hanno quindi fatto appello ai Comuni della Riviera e del miranese affinché mettano a disposizione i propri cimiteri per sistemare temporaneamente le salme. I comuni del Distretto sanitario di Dolo e Mirano stanno già correndo ai ripari predisponendo delle apposite autorizzazioni alla sosta temporanea, più lunga, nei cimiteri. Le indicazioni nazionali prevedono che in ogni comune ci sia almeno un cimitero attrezzato con una struttura o sala dal commiato. Uno spazio, attrezzato con precise misure igienico-sanitarie legati ai servizi mortuari, che possano consentire non solo il commiato dei parenti ma soprattutto la custodia del feretro per qualche giorno. 
DEROGHE

I Comuni di Santa Maria di Sala, Salzano e Scorzè si stanno già attrezzando per andare in deroga alle normative, consentendo di ospitare nelle sale di custodia, nei cimiteri che ne sono dotati, i feretri per qualche giorno in più così da alleviare la pressione negli obitori e nei forni crematori. Non tutti i comuni del distretto però sono dotati di campisanti attrezzati con apposite sale del commiato o per la custodia delle salme. A preoccupare ancora i responsabili delle imprese funebri, personale degli obitori e amministrazioni comunali è l'avvicinarsi del Natale. 
NIENTE FUNERALI

Il fragilissimo equilibrio tra strutture già sovraffollate di salme rischia di andare in tilt nei prossimi giorni, quando non sarà possibile celebrare i funerali nelle chiese. Dalla Vigilia di Natale e fino al giorno di Santo Stefano compreso, le chiese ospitano le S. Messe e le funzioni dedicate al Natale, anche con più celebrazioni rispetto agli altri anni, per garantire ai fedeli di parteciparvi rispettando comunque il distanziamento, e non è possibile celebrare i funerali. La domanda che si pongono i familiari e gli addetti delle agenzie funebri della zona è abbastanza scontata: dove verranno collocate le salme in attesa delle esequie?
Luisa Giantin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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