VENEZIA - Un problema di comunicazione. Michele Di Bari, prefetto di Venezia e coordinatore dei colleghi in Veneto, spiega sostanzialmente così il caso migranti scoppiato nel Vicentino, proprio nel giorno in cui il governatore Luca Zaia annunciava il protocollo d’intesa sull’accoglienza diffusa fra Regione, Anci ed appunto Prefetture. Secondo le linee indicate da Ca’ Corner, l’ospitalità dev’essere dignitosa e deve contare sulla volontarietà dei sindaci, ma anche gli Uffici territoriali di governo devono comunicare tempestivamente gli arrivi per evitare tensioni nei territori, le cui ricadute tuttavia continuano a rinfocolare lo scontro politico.
IN STRADA
Dopo lo sfogo di Altavilla Vicentina con il primo cittadino Paolo Dalla Pozza, ieri è stata la volta di Sovizzo con il collega Paolo Garbin. Il racconto è simile: la telefonata di avviso sull’arrivo di alcuni richiedenti asilo provenienti dal centro di smistamento di Mestre, l’appuntamento che va a vuoto, il successivo rinvenimento di tre maliani in strada (in questo caso davanti all’ufficio postale), scaricati da un furgone con l’indicazione di rimanere seduti in attesa di un non meglio precisato trasferimento altrove. «La presenza di migranti catapultati precipitosamente sul territorio comunale, in assenza di concordate misure per gestire adeguatamente tali persone, pone l’amministrazione in condizioni di oggettiva impossibilità nel far fronte a questa emergenza», protesta il sindaco Garbin.
Oggi in Prefettura a Vicenza si terrà una riunione con gli amministratori locali.
LA POLITICA
Ma dopo lo strappo del segretario Alberto Stefani, nella Lega l’irritazione continua a farsi sentire. Attaccano le senatrici Mara Bizzotto ed Erika Stefani: «Siamo dalla parte dei sindaci vicentini e condanniamo il comportamento profondamente scorretto della Prefettura di Vicenza in materia di immigrazione. Le amministrazioni comunali non possono essere costrette a subire decisioni calate dall’alto e per questo i sindaci della Lega non si piegheranno ai diktat della Prefettura». «I sindaci sono il baluardo della democrazia sul territorio e non si può accettare che nessuno scarichi i migranti sulle porte dei municipi», concorda il capogruppo regionale Alberto Villanova, citando «i pullman che scaricavano i clandestini di notte» ai tempi del ministro Angelino Alfano: «Questo modello non ha niente a che vedere con quello che deve fare questo Governo». Il consigliere regionale Giulio Centenaro rivendica i meriti di Matteo Salvini «quando aveva l’incarico» al Viminale: «È necessario che il governo Meloni prenda in mano con decisione la situazione prima che sfugga al controllo».
Servita su un piatto d’argento, diventa facile la replica del centrosinistra. Dice infatti la consigliera regionale Elena Ostanel (Il Veneto che vogliamo): «Se vogliono contestare il numero dei migranti che toccheranno al Veneto, allora devono citofonare a Palazzo Chigi e inveire contro la propria maggioranza, perché sono Fratelli d’Italia e Lega gli azionisti principali del governo, ed è proprio con l’arrivo di Meloni che i numeri dei migranti sono esplosi». Chiosa la deputata Rachele Scarpa (Partito Democratico): «Il presidente Zaia ha finalmente preso atto con cognizione di causa che quello della migrazione è un fenomeno complesso che va gestito lasciando da parte la propaganda». Chiude la capogruppo regionale dem Vanessa Camani: «Ora vorremmo capire come Zaia pensa concretamente di gestire il numero di arrivi previsto».