Mestre. L'ex condominio vip ostaggio di pusher e tossicomani: scattano le pattuglie h24 Video

Venerdì 3 Novembre 2023 di Giulia Zennaro
Mestre. L'ex condominio vip ostaggio di pusher e tossicomani: scattano le pattuglie h24 Video

MESTRE - Controlli quotidiani da pattuglie interforze e interventi da parte dei servizi sociali. Così il prefetto Michele Di Bari ha promesso all'amministratore del condominio Bandiera a Mestre, Luca Rizzi, di affrontare la situazione di degrado dovuto ai tossici, che tra i portici del condominio trovano riparo e scena di spaccio, diffondendo il terrore tra i residenti.

Ci sono i carabinieri, che hanno fatto l'ultimo sopralluogo martedì sera, e c'è la polizia locale, che ha effettuato undici interventi negli ultimi dieci giorni. I vigili hanno identificato, segnalato, sanzionato e allontanato quattro tossicodipendenti sorpresi a bivaccare o a consumare sostanze stupefacenti nei gradini esterni d'accesso al condominio. Veritas, inoltre, è intervenuta per rimuovere il bivacco. Ieri, dopo la riunione del Comitato per la sicurezza pubblica, sono state assegnate alle zone ferroviarie 31 unità in più, aumentando così la sorveglianza alla sicurezza. Garantito un servizio di copertura di 24 ore svolto congiuntamente da una pattuglia militare e da una della polizia. Tutto questo all'indomani dell'avvio dei controlli dei carabinieri al condominio Bandiera. L'attuazione delle misure non ha però ancora riportato tranquillità tra i residenti. «Mia figlia ha imparato ad andare in bicicletta sotto questi portici, pensi. Vedere come sono ridotti ora questo palazzo e questa zona mi fa stringere il cuore». Si legge nostalgia negli occhi di una ex residente del condominio Bandiera di Mestre, che ora affitta un appartamento a una famiglia moldava, anche se vorrebbe vendere «ma non è possibile: chi compra casa qui?» Il palazzo in via Rampa Cavalcavia, tristemente famoso per l'omicidio di Lorenzo Nardelli questa estate ma teatro di spaccio e consumo di droga, risse e degrado già da diverso tempo, continua a essere assediato da pusher, utilizzatori di sostanze, persone senza fissa dimora che stazionano notte e giorno sotto i portici, dove le impalcature e le coperture dei lavori per il bonus 110 rendono ancora più confortevoli e nascosti traffici e consumo di droga.

LA SPERANZA

E al Bandiera c'è chi dice «era ora: speriamo che non siano solo promesse e che cambi veramente qualcosa. Una volta questo quartiere non era così, all'angolo con via Cappuccina c'erano un giornalaio e un panettiere, girava gente per bene e questo palazzo era prestigioso. L'esasperazione è tale da portare a formulare proposte fantasiose e inattuabili: «Ci vorrebbero cancelli altri due metri e mezzo davanti al palazzo, altro che vigilanza», sostiene una residente. «Bene che mettano il presidio, la vigilanza privata passa quattro volte al giorno, troppo poche per una situazione fuori controllo h24», dicono nel negozio Dimensione Udire.

I NEGOZIANTI

«Nel 2021 abbiamo avuto due ragazzi che sono andati in overdose in pieno pomeriggio sotto i portici. Abbiamo paura anche a chiudere la serranda del negozio la sera, infatti spesso la lasciamo aperta perché siamo spaventati che qualcuno ci possa aggredire mentre siamo chinati. Vediamo queste persone qui tutto il giorno, di sera ovviamente è peggio ma non hanno orari, anche perché molti passano qui la notte. La polizia interviene quando segnaliamo che sono riusciti a entrare dall'accesso posteriore e si sono messi a dormire nel cortile, perché è proprietà privata: ma queste persone sono anche arroganti, te lo dicono proprio in faccia "io qui posso stare, voi non potete farmi niente". E il peggio è che hanno ragione: anche se riusciamo a farli spostare, qualche ora dopo li ritroviamo di nuovo lì. Spesso ci chiedono di dargli soldi o pezzi di stagnola perché gli servono per prepararsi la dose e se ci rifiutiamo diventano aggressivi e minacciano di spaccarci la vetrata. Per terra è sempre sporco, lasciano tracce di sangue sulle vetrate, fanno i loro bisogni qui davanti e alcuni, già che ci sono, si iniettano la dose sull'inguine. La signora che fa le pulizie è disperata, una volta si è sentita male, poverina. Ci eravamo trasferiti qui col negozio da via Piave sperando di sfuggire al degrado ma non abbiamo scampo, ci sentiamo braccati. Non vogliamo finire come tante attività che chiudono perché, oltre ai lavori per il 110 che vanno avanti dal 2019 e già ci penalizzano abbastanza, abbiamo anche una situazione di degrado per cui i clienti hanno paura a venire in negozio».

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