Mestre. Case Ater abbandonate nel rione Piave. Il sindaco Brugnaro: «Il problema è lì». Nordio: «Le abbiamo blindate»

Mercoledì 25 Ottobre 2023
Mestre. Case Ater abbandonate nel rione Piave

MESTRE - «La collaborazione sta funzionando. In via Piave si vedono i cambiamenti, ma restano preoccupazioni ancora grosse, a partire dalle case abbandonate dell'Ater». Il sindaco Luigi Brugnaro lo ha sottolineato l'altra sera a chiare lettere, nel corso della cerimonia del Premio Sinopoli all'M9.

Se, nel rione Piave, si concentra la presenza di malviventi, spacciatori e consumatori di sostanze, è anche (o "soprattutto", secondo il primo cittadino) per le 80 case sfitte e abbandonate di proprietà dell'Ater. Una lettura che il presidente dell'azienda veneziana per l'edilizia pubblica non condivide, confermando ancora una volta che il futuro di quegli alloggi "non Erp" è ancora in un vicolo cieco.


«Chiederemo un incontro al presidente di Ater Venezia - ha detto Brugnaro -. Dovrebbero vendere almeno qualcuna di queste case, metterle all'asta... Di certo, se loro non hanno soldi per rimetterle a posto, io non posso investire denaro del Comune sulle loro proprietà. Ci sono delle vere e proprie topaie, fogne a cielo aperto, casette che erano anche belle ma che sono state assolutamente abbandonate. In qualche caso c'è anche l'acqua corrente dentro, per cui attraggono gente».


«Stiamo lavorando in stretta collaborazione con il prefetto per mettere in sicurezza gli alloggi: abbiamo chiuso giardini e cortili, e installato allarmi a porte e finestre per segnalare in tempo reale eventuali tentativi di effrazione alle forze dell'ordine - replica Fabio Nordio, presidente di Ater Venezia -. La verità è che servono parecchi soldi per mettere a posto queste case, secondo una stima realistica tra i 4 e i 5 milioni di euro, e la proprietà non è di Ater, ma della Regione». E il problema è sempre quello: non si tratta di case di "edilizia residenziale pubblica" per i quali, magari pochi, ma ci sono soldi e fonti di finanziamento regionali, statali ed europee. Si tratta di "non Erp" e Nordio, nei mesi scorsi, aveva ipotizzato un percorso per coinvolgere la Cassa depositi e prestiti in un "fondo" ad hoc che avrebbe sistemato e messo sul mercato le abitazioni (tra cui delle villette che, rimesse a nuovo, farebbero gola a chiunque). La Cassa depositi e prestiti ha però virato verso altri tipi di investimenti e, almeno per ora, verrebbe esclusa la possibilità di rivolgersi a fondi immobiliari privati. «Allo stato attuale l'unica strada che resta è quella dell'asta, ma prima dobbiamo procedere con le perizie, ma ne dobbiamo fare quasi un migliaio anche per le altre case sfitte. Poi, se l'acquirente sarà il Comune o i singoli cittadini per noi cambia poco, ma non possiamo pensare che il problema della delinquenza e della presenza di spacciatori in via Piave sia riconducibile solo alle 80 case vuote dell'Ater» riprende Nordio. Che rilancia: «Bisogna studiare altre proposte, come stiamo facendo con i Comuni di Caorle e di Dolo per la sistemazione del patrimonio abitativo, oppure con lo Iuav con cui si può avviare un'importante sinergia. Attendo con piacere la visita di Brugnaro, come ho già incontrato altri 43 primi cittadini. Il sindaco può comunque "stare sereno": tutto quello che possiamo fare lo stiamo facendo, e siamo pronti a collaborare per risolvere i problemi legati alle case pubbliche». (f.fen.)

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