Marghera, piantagione di marijuana nel cortile di casa: condannati due fratelli. «Trovato il quaderno con dosi e nominativi»

Martedì 8 Novembre 2022 di Redazione
Marghera, piantagione di marijuana nel cortile di casa: condannati due fratelli

MARGHERA - Due condanne a conclusione del processo iniziato dopo la scoperta di una coltivazione di marijuana realizzata nel cortile di un'abitazione di via Fratelli Bandiera a Marghera.
Il giudice penale di Venezia ha inflitto due anni e otto mesi di reclusione al quarantanovenne Virso Ghigi, riconosciuto responsabile per la piantagione, mentre al fratello Agamennone Ghigi, 35 anni, è stata inflitta la pena di un anno e otto mesi in relazione alla sola detenzione di 27 grammi di hahish, rinvenuti nella camera da letto della sua abitazione assieme a due distinti pacchetti di banconote, per un ammontare complessivo di circa 400 euro, nonché un quaderno a righe con indicati quantitativi di sostanza stupefacente associati ai nominativi di varie persone.

Agamennone è stato scagionato, invece, dall'imputazione relativa alla piantagione di marijuana.

LA PIANTAGIONE

La scoperta della coltivazione di marijuana, ben protetta dal possibile accesso di estranei attraverso ad un cancello con filo spinato, risale allo scorso 15 settembre.
Dopo l'arresto, i due fratelli comparvero il giorno seguente di fronte al giudice per il processo per direttissima e, dopo la convalida del provvedimento, fu emesso a loro carico una misura di custodia cautelare in carcere, per evitare il rischio di reiterazione di reati dello stesso tipo.
In quella occasione fu rigettata la proposta di patteggiamento formulata dalla difesa in quanto la pena indicata era stata ritenuta troppo bassa rispetto alla gravità delle accuse a loro contestata.
Il caso è quindi approdato di fronte ad un diverso giudice e il processo è stato celebrato con rito abbreviato, e dunque con la concessione dello sconto di un terzo della pena.
Nel giardino di Marghera gli investigatori trovarono complessivamente 44 piante di marijuana, di altezza compresa tra mezzo metro e due metri, nonché ulteriori piante in fase di essiccazione, per un peso complessivo di un chilo e trecento grammi.
Nella memoria del telefono cellulare di proprietà di Agamennone Ghigi, posto sotto sequestro dagli inquirenti, sono stati rinvenuti messaggi che, secondo gli inquirenti, costituiscono la conferma dell'attività di spaccio. La sentenza potrà essere impugnata in appello.
 

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