VENEZIA - Nell’aprile scorso l’amministratore delegato della Mantovani Giampaolo Chiarotto, figlio del proprietario Romeo, era ottimista: «La società ha subito un calo deciso del fatturato intorno ai 200 milioni con un limitato utile, ma tra due anni contiamo di recuperare interamente il terreno perduto e di tornare a 380 milioni di giro d’affari». Ma la crisi non si è fermata, anzi. E il gruppo che è tra i grandi azionisti del Consorzio Venezia Nuova e ha lavorato molto per le dighe mobili del Mose (oltre che su ospedali e strade) ha annunciato la messa in mobilità dal 25 ottobre (cioè in pratica il licenziamento) di 170 addetti su 360. E il sindacato ha subito chiesto l’intervento del governo per cercare di trovare una soluzione a questa pesante crisi che per ora sembra non avere sbocchi positivi...
Ultimo aggiornamento: 10:02
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