Lavoratori immigrati, azzerate le rimesse verso la Cina: inquietanti scenari di illegalità finanziaria

Giovedì 10 Agosto 2023 di Giulia Zennaro
Lavoratori immigrati, azzerate le rimesse verso la Cina: inquietanti scenari di illegalità finanziaria

VENEZIA - Così come cambiano i flussi migratori verso l'Italia, così si modificano anche le rimesse degli immigrati.

Lo studio della Fondazione Leone Moressa, istituto di ricerca promosso e sostenuto dalla Cgia di Mestre, fotografa la situazione relativa al denaro che i lavoratori stranieri mandano in patria. Anche a Nordest spicca un dato: nel giro di dieci anni si sono quasi azzerati gli invii verso la Cina, il che apre anche inquietanti scenari di illegalità finanziaria.


IMPORTI E PAESI
L'analisi riguarda il 2022, quando dall'Italia sono stati spediti oltre confine più di 8 miliardi di euro, dato in sostanziale aumento dal 2017. Nonostante il lieve calo dell'1,8% registrato lo scorso anno, infatti, nel quinquennio il valore è aumentato del 44,9%. A cambiare sono le nazioni di destinazione del denaro. Nel 2012 la Cina era arrivata a ricevere ben 3 miliardi di euro, mentre nel 2022 non ha raggiunto i 23 milioni e non compare nemmeno nei primi 30 Paesi della lista. L'ipotesi della Fondazione Moressa è che la sparizione di questi importi, di certo solo in parte collegata a una diminuzione del flusso migratorio, sia da imputare allo spostamento dei soldi verso canali più o meno legali: nella migliore delle ipotesi, potrebbe trattarsi di ricariche online e app di movimentazione non tracciate; nella peggiore eventualità, verrebbe invece confermato il sospetto investigativo di quella "China underground bank" già emerso nel recente passato, anche sulla base di inchieste giudiziarie condotte fra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Secondo le segnalazioni delle principali agenzie di money transfer, molti preferiscono portare fisicamente il denaro in patria o trasferirlo attraverso i regali. A guadagnare la prima posizione tra i Paesi destinatari delle rimesse è il Bangladesh, con 1,2 miliardi di euro, pari al 14,6% del totale, seguito da Pakistan e Filippine. Diminuiscono invece i flussi verso l'Est Europa, in particolare Romania (-18,1%), Albania (-9,6%) e Moldavia (-10,2%), più facilmente raggiungibili via terra portando con sé doni e contanti. In forte calo è anche l'Ucraina, evidentemente a causa della guerra. L'aumento dei flussi di denaro verso i paesi dell'Asia meridionale, fenomeno in crescita dal 2016, è spiegato dalla Fondazione Moressa con un maggior dinamismo migratorio e una forte spinta imprenditoriale che porterebbe a inviare più soldi in patria. I cittadini bengalesi in Italia guadagnano anche il primo posto come denaro pro capite inviato: a testa 628 euro al mese, contro i 136 euro medi. Il Pakistan è il secondo paese più attivo, con 435 euro al mese pro-capite, seguito da Senegal (330 euro) e Filippine (327 euro).


TERRITORI
A livello nazionale Lombardia e Lazio sono in testa fra le regioni di partenza del denaro, rispettivamente con 1,85 miliardi e 1,22 miliardi. Seguono Emilia Romagna, Veneto e Toscana, tutte con più di 600 milioni di euro inviati nel 2022: in particolare dalle realtà venete nel 2022 sono partiti 708 milioni, +43,3% rispetto al 2017. Venezia è decima tra le province italiane con 162 milioni, mantenendo il primato a livello regionale. A seguirla sono Verona con 161 milioni, Padova con 125, Vicenza con 123, Treviso con 104, Rovigo con 22 e Belluno con 11. Il Friuli Venezia Giulia registra 162 milioni (+40,4%), di cui 58 a Udine, 41 a Pordenone, 38 a Gorizia e 25 a Trieste.
 

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