Lucio Bisutto, il ristoratore-musicista: «Lascio il Giorgione, ma continuo a cantare»

Martedì 31 Ottobre 2023 di Claudia Meschini
Lucio Bisutto (al centro) nel suo locale con Lino Toffolo e Terence Hill, al secolo Mario Girotti

VENEZIA - Lucio Bisutto, ristoratore e musicista, dopo 32 anni di onorata carriera lascia il ristorante Giorgione, in Via Garibaldi, a Venezia nel sestiere di Castello. Ma lo affida in mani sicure, nel segno della continuità tipicamente veneziana, visto che i nuovi proprietari sono i titolari di “Ai Nevodi”, altro rinomato ristorante di Via Garibaldi. A 73 anni compiuti Lucio ha deciso che è arrivato il momento della pensione. Saluterà amici e clienti stasera con una festina a base di musica, buon vino e “risi e bisi”, come annuncia dal suo profilo Facebook, che conta quasi 5000 amici. 
«Ringrazio chi mi ha seguito in tutti questi anni, faticosi ma felici.

Un ringraziamento particolare ai mie dipendenti. Concludo quest’avventura alla mia maniera. Viva la vita». E la gioiosa esclamazione “Viva la vita”, con cui Lucio ha l’abitudine di chiudere ogni suo post Facebook, è diventata un po’ il suo mantra, anche nei momenti più difficili, anche quando c’era l’acqua alta o la pandemia. 

Lucio, da dove viene tutto questo buon umore? 
«Nella mia vita, così come in quella di tutti, ci sono stati momenti di tristezza, ho vissuto anche la povertà, ma devo dire che, grazie al mio carattere, mi basta svegliarmi al mattino, vedere il mare, la laguna, il sole, per sentirmi comunque appagato, sereno». 

RISTORATORE E MUSICISTA

Lei vive a San Pietro in Volta, Pellestrina, cosa l’ha portato a Venezia? 
«Sono nella ristorazione fin da ragazzo, a 18 anni ho preso in affitto di azienda il panificio pasticceria di San Pietro in Volta dove ero garzone, a 23 ho acquistato l’immobile poi, per seguire l’altra mia passione, la musica, ho cominciato a lavorare e a cantare in un bar a Jesolo ed infine, su consiglio di un mio amico veneziano, ho rilevato, nel 1992, l’attività del ristorante in Via Garibaldi». 

Il Giorgione è famoso non solo per la cucina di sua moglie Ivana ma anche per la musica. Come è nata e si è sviluppata questa passione? 
«L’amore per la musica me l’ha trasmessa mio padre “Capitan Bruno”, con lui da ragazzo mi esibivo nei locali di Venezia e Jesolo. Nel 1992, l’anno in cui ho rilevato il Giorgione, ho inciso la mia prima musicassetta, “I Canti della Laguna Veneta”, seguita poi da “Cara Kankara cara”, contente il brano di maggior successo e poi i Cd “Le Migliori Canzoni di Lucio Bisutto”, “Do Rose in Scarsea”, che comprende l’altrettanto ironico “Kancaro” e ancora il Cd “Dedicato a...” un omaggio a mio padre che mi ha insegnato a cantare e a vivere la vita felicemente, “Barbachecco”, in ricordo delle antiche tradizioni e modi di dire dei pescatori di Pellestrina e infine l’album “Live in Giorgione”, uscito nel 2012, che raccoglie le canzoni che ogni sera canto nel mio ristorante».

Oltre al locale lascerò anche la musica? 
«Manco per sogno! Anzi ora che ho più tempo libero voglio incidere un altro disco con canzoni mie e brani tradizionali veneziani e vorrei anche scrivere un libro che raccolga le fantastiche ricette di mia moglie Ivana, le mie canzoni e quelle più rappresentative della tradizione lagunare, testi e accordi».

CLIENTI FAMOSI 

A proposito di musica qui è passato Keith Richards, il mitico chitarrista dei Rolling Stones... 
«Sì, ormai quasi 20 anni fa. Gli ho chiesto se voleva suonare qualcosa, lui ha preso la chitarra, ha alzato al massimo il volume dell’amplificatore e insieme abbiamo cantato “Satisfaction”, un brano che conoscevo bene, visto che era nel repertorio del mio primo gruppo musicale». 

Altri personaggi famosi arrivati al Giorgione? 
«Ricordo con piacere che l’allora primo ministro tedesco Gerhard Schroder, durante sei giorni di permanenza a Venezia ha scelto di cenare da me per quattro sere di seguito. Ma il ricordo più bello me lo ha lasciato il compianto maestro vetraio Pino Signoretto. Questa la sua dedica: “Quando veniamo a mangiare da te non abbiamo più bisogno dello psicologo, tu sai nutrire corpo e anima”». 

Come è cambiata nel tempo Via Garibaldi? 
«Sicuramente oggi la strada è più bella però manca quel senso di collaborazione e partecipazione che c’era ai tempi del Comitato Festeggiamenti di Via Garibaldi. All’epoca abbiamo organizzato tante iniziative, il Carnevale, la Festa di Primavera, battendo anche un record, quello del tramezzino più lungo del mondo». 

Qualche rimpianto?
«Non aver mai acquistato la proprietà del Giorgione, scegliendo di pagare l’affitto». 

Cosa augura a Via Garibaldi ed ai suoi ristoratori? 
«Che nonostante l’aumento delle materie prime riescano a mantenere pezzi abbordabili e che qualcuno scelga di portare avanti la tradizione della musica veneziana, suonando e cantando come ho fatto io per più di 30 anni». 

Ultimo aggiornamento: 16:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci