JESOLO - Costi energetici alle stelle, gli albergatori cercano di fare squadra e studiano le comunità energetiche rinnovabili.
IL PROGETTO
A illustrare l'opportunità, è stato l'architetto Matteo Dalmaschio, specialista di Unoenergy, che si è occupato della realizzazione delle prime tre comunità energetiche in Veneto. Lo scorso agosto la stessa Associazione jesolana albergatori, aveva segnalato l'aumento esponenziale dei costi energetici per gli hotel con una media di rincari del 300% ma anche punte del 600%. A conti fatti una situazione che ha segnato una stagione da record, vissuta all'insegna della ripresa post-covid. Per questo già a metà settembre diversi hotel avevano deciso di chiudere. Ora si cercano delle soluzioni in vista della prossima estate, tenendo conto che a Natale saranno almeno una decina gli hotel aperti, circostanza che nei giorni scorsi ha convinto la stessa Associazione jesolana albergatori, a lanciare un appello affinché altri albergatori decidano di tenere aperte le proprie strutture visti i tanti eventi organizzati.
L'APPLAUSO
Intanto, a elogiare la possibilità di avviare le comunità energetiche è anche Alberto Teso, delegato comunale di Confcommercio: «Mettere insieme chi ha degli spazi in grado di ospitare un impianto fotovoltaico, come i tetti dei capannoni o aree dismesse - commenta - con i consumatori, che possono essere anche piccoli produttori, per condividere la produzione di corrente da fonte rinnovabile può essere una buona soluzione. Ed è questa, in parole molto semplici, la comunità energetica. L'argomento è stato approfondito nell'incontro organizzato dall'Associazione jesolana albergatori e da Confcommercio. Abbiamo approfondito anche i concetti di autoconsumo sul posto, la metratura necessaria per ogni kilowatt di fotovoltaico, dei costi di produzione e ripartizione tra tutti i partecipanti della corrente prodotta e degli incentivi statali. È un'ottima idea per un'iniziativa che merita sicuramente tutto il sostegno possibile».