L'isola della Grazie agli Stefanel
per 11,2 milioni di euro

Mercoledì 7 Gennaio 2015 di Roberta Brunetti
L'isola delle Grazie
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VENEZIA - Otto anni per sottoscrivere un rogito, mentre l’oggetto della compravendita - un’isola della laguna di Venezia, proprio dietro San Giorgio - precipitava in un degrado sempre più vergognoso. Storia emblematica, quella di Santa Maria delle Grazie, una delle ultime isole ospedaliere, già antico convento, inutilizzata da decenni, che l’Ulss 12 assegnò nel 2007 alla Giesse Investment di Giovanna Stefanel, sorella dell’imprenditore trevigiano. Fu l’inizio di una lunga stagione di carte bollate, tra ricorsi e controricorsi, che solo ora pare giunta al capolinea. Lo scorso 30 dicembre, infatti, l’Ulss 12 e la Giesse hanno sottoscritto l’atteso rogito. 11 milioni e 200mila euro, la cifra pattuita, 650mila in più di quanto fissato nel 2007, anche se per il momento Giesse ha versato solo una caparra alle casse dell’azienda sanitaria, riservandosi di completare il pagamento entro l’anno. E resta l’incognita dei secondi arrivati alla vecchia gara, Sap Project srl, cui l’Ulss 12 aveva riassegnato l’isola un anno fa, quando le trattative con la Stefanel erano in stallo, e che ora potrebbero volersi rivalere.

Storia emblematica, si diceva, delle complicazioni in cui si può "impantanare" la vendita di un bene pubblico, ma anche di come un piccolo gioiello possa finire nel dimenticatoio. E nella rovina.

Solo nel 2013, la stessa Ulss aveva calcolato di aver speso più di 600 mila euro di "manutenzione primaria" per le Grazie: il minimo per evitare ulteriori crolli in un’isola vuota da anni, di fatto inaccessibile. Di qui l’urgenza per l’Ulss di riaprire i giochi, dopo anni di contenziosi che non avevano portato a nulla. All’epoca, poco più di un anno fa, le trattative con Giesse sembravano a un punto morto, ferme sulla "fruizione pubblica" dell’isola imposta dal ministero per i Beni culturali, che avevano raffreddato l’entusiasmo. Pare, infatti, che almeno inizialmente Giovanna Stefanel, entrata nel mondo degli investimenti immobiliari con il marito tedesco, per l’isola veneziana avesse pensato a un resort esclusivo, forse addirittura a una sua residenza, poco compatibile con un via vai di visitatori. Così erano tornati in pista quelli della Sap, gruppo leccese che fa capo all’ingegner Marino Congedo, a cui giusto un anno fa l’Ulss 12 aveva riassegnato l’isola, annullando la precedente assegnazione. Sembrava la soluzione. Quelli di Sap si erano messi al lavoro, individuando pure un possibile gestore del futuro albergo a cinque stelle da realizzare in isola.

Invece Giesse ha riaperto i giochi. Con l’avvocato Riccardo Delli Santi, ha citato l’Ulss in Tribunale e al Tar, avviando al contempo una trattativa per arrivare a una transazione. Quella siglata il 30 dicembre 2014, giusto in tempo per consentire all’Ulss di mettere a bilancio un’entrata importante. Una transazione in cui l’Ulss di fatto torna sui suoi passi, annullando la precedente assegnazione alla Sap in nome dell’"interesse pubblico". Giesse, da parte sua, rinuncia ai risarcimenti richiesti, riconoscendo anzi all’Ulss un adeguamento dell’offerta - gli 11 milioni e 200 mila, anziché i 10 milioni e 550mila - per il tempo trascorso dal preliminare al rogito. Tutto finito?

Bisognerà vedere cosa faranno quelli della Sap, che pure si erano rivolti al Tribunale e al Tar. Intanto c’è la soddisfazione di Giesse, già a lavoro per la creazione di una struttura unica - assicurano - che garantisca il recupero dell’isola nel rispetto della sua storia.
Ultimo aggiornamento: 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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