Hemingway, quella sera sul Piave. Era ​l'8 luglio 1918...

Domenica 8 Luglio 2018 di Mattia Zanardo
Hemingway, quella sera sul Piave. Era l'8 luglio 1918...
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Oggi ricorre il centenario del ferimento dello scrittore che si trovava al fronte all'indomani della battaglia del Solstizio. Nella notte, durante una ricognizione una bombarda colpisce un drappello di soldati: un morto e due feriti. L'autore si salva ma lotta per la vita per giorni. La commemorazione ufficiale nel comune di Fossalta (Ve).

LA STORIA
La serata dell'8 luglio 1918 cento anni fa sul fronte del Basso Piave si preannunciava tranquilla. La Battaglia del Solstizio si era ormai conclusa: l'ultimo, massiccio tentativo di sfondamento austroungarico si era infranto sulla strenua resistenza italiana. Le truppe imperialregie, dopo aver passato il fiume, erano state ricacciate indietro e l'esercito di Diaz aveva riportato una vittoria per molti storici ancor più determinante di Vittorio Veneto. Intorno alle 23, una bombarda austriaca, però, colpisce un caposaldo italiano sulla riva del fiume sacro alla patria, nell'ansa di  Buso Burato, a Fossalta di Piave, provocando un morto e due feriti. Un episodio marginale nella terrificante contabilità della fase finale della Grande guerra. Senonché, uno dei due feriti era Ernest Hemingway, allora imberbe e sconosciuto volontario della Croce rossa, non ancora uno dei giganti della letteratura mondiale.
TRAUMA ESISTENZIALEQuell'esperienza segnò in modo indelebile lo scrittore, nella vita come nella produzione artistica. E rappresenta una pagina significativa nella storia di questa località al confine tra le province di Venezia e Treviso, così come degli altri comuni vicini, Roncade, Monastier, Casier, Meolo, dove soggiornò in quei mesi il futuro premio Nobel. All'entrata in guerra degli Stati Uniti, Hemingway ha neppure diciotto anni. Prova più volte ad arruolarsi, ma viene sempre riformato per l'età e per un difetto ad un occhio. Alla fine, riesce a farsi inviare in Italia come autista di ambulanze della American Red Cross. Arriva a Schio nel giugno del 1918 e poi viene assegnato alla sezione 2 dell'Arc di Roncade, destinato al posto di ristoro installato a Case Botter di Monastier di Treviso. Vi giunge il 26 giugno, in tempo per osservare gli ultimi contrattacchi italiani sull'Isola della Piave.
SOLDATO SPAVALDOÈ un giovane esuberante, avventuroso e pure ingenuo, considera la guerra quasi un match sportivo. «Approfitta di un momento di confusione, seguente proprio all'arrivo degli americani per girare tutta la zona - racconta Bruno Marcuzzo, storico locale, anima del progetto La guerra di Hemingway C'è una foto che lo ritrae in sella ad una bicicletta da bersagliere, con l'uniforme, l'elmetto, il fucile a tracolla, anche se ai rappresentanti delle organizzazioni umanitarie era vietato essere armati e in divisa e avrebbero dovuto rimanere ad almeno due chilometri dalla prima linea». Forse gli hanno detto che a Buso Burato, lì dove il corso d'acqua piega in una sorta di L, c'è un punto in cui il Piave è largo appena una settantina di metri e da una riva all'altra si sentono le voci dei nemici. L'8 luglio è sul posto. Lungo l'argine corre la trincea, con il bunker interrato della brigata Avellino, e piccoli camminamenti portano agli avamposti d'osservazione e al nido di mitragliatrice sul greto.
UNA BOMBARDACome consigliato dal comandante, attende il buio per scendere. Ciò nonostante, gli austriaci si accorgono del movimento e lanciano la bombarda. «Ha la netta sensazione di morire, in realtà non perde nemmeno i sensi continua Marcuzzo -. L'esplosione l'ha stordito e reso temporaneamente sordo, ma anestetizza il dolore. Quando si riprende, accanto a sé, scorge un soldato morto e uno ferito. Si carica quest'ultimo in spalla (è un ragazzone di 1,90, i fantaccini italiani d'allora, in media, non superavano l'1,60, ndr) e risale l'argine». In quell'attimo, gli austroungarici sparano un razzo illuminante per controllare l'effetto del tiro: una vampata gialla rischiara l'acqua immobile e una casa diroccata nelle vicinanze. Un'immagine, quella della Casa gialla, che ritornerà sempre nella memoria del romanziere e in tutti i suoi personaggi, simbolo di angoscia. I portaferiti italiani lo raccolgono semisvenuto sull'orlo della trincea. 
AMORE & SOFFERENZAInizia un peregrinare tra posti di soccorso e ospedali da campo. Dalle gambe gli verranno estratti 227 schegge e proiettili. Nella ex scuola elementare di Monastier il cappellano militare don Giuseppe Bianchi battezzerà in articulo mortis lui e altri feriti. Papa Hem, invece, sopravvive e nell'odissea c'è spazio anche per l'amore. Per l'infermiera Agnes von Kurowsky, conosciuta all'ospedale di Milano. Le proporrà di sposarlo, ma lei preferirà il duca Domenico Caracciolo, famoso pilota. Diventerà la Catherine Barkley di Addio alle armi, ispirato alla Grande guerra. Come Di là dal fiume e tra gli alberi. 
L'ANNIVERSARIOA ricordarlo oggi a Fossalta c'è un percorso di 11 chilometri, in 19 tappe da fare a piedi, con stele informative e un'audioguida da scaricare da internet oppure direttamente sul posto inquadrando con il telefonino il codice QR. E oggi a Fossalta, alla Casa Gialla, si terrà una rievocazione; alle 10.30 l'inaugurazione di una mostra di Dario Dall'Olio; alle 18 un flash mob dei ragazzi del (19)99 e, alle 21, il convegno Papa Hemingway, ragazzo del 99 sul Piave. Al termine, una corsia luminosa segnerà il cammino fino al punto in mezzo alla grava dove scoppiò la bomba e un esperto racconterà il ferimento dello scrittore.
Mattia Zanardo 
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Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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