«Ho difeso le grandi navi e per
tre anni ho vissuto sotto scorta»

Domenica 24 Luglio 2016 di Elisio Trevisan
Sandro Trevisanato, presidente uscente Vtp
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VENEZIA - Per tre anni i carabinieri sono stati i suoi angeli custodi, perchè sulle grandi navi ci ha messo la faccia. Lo rivela adesso che, dopo 15 anni, sta per lasciare la presidenza di Vtp, la Venezia Terminal Passeggeri concessionaria del porto della Marittima uno dei più famosi al mondo perché a due bracciate da piazza San Marco. Nel 1997, quando Sandro Trevisanato fu nominato per la prima volta, Venezia aveva 500mila passeggeri, oggi ne ha 1,8 milioni ed è uno degli home port più importanti d’Europa, oltre che il motore del settore per l’intero Adriatico.
«Sono stato sotto tutela per le minacce di morte anche sui social network solo perché facevo il mio lavoro, come presidente di una società che aveva il compito di sviluppare il traffico crocieristico e valorizzare i beni che le avevano concesso».

Nei suoi otto anni di presidente dell’Anagrafe tributaria da avvocato ha inventato la tessera sanitaria che ogni cittadino italiano ha in tasca e che ha permesso allo Stato di bloccare l’esplosione della spesa pubblica. Ma lei è diventato famoso quando tutto il mondo, dopo l’affondamento della Costa Concordia davanti all’isola del Giglio, si scandalizzò del passaggio di navi simili in mezzo alla laguna di Venezia. 
«Vtp in quei mesi fu la sola a difendere il traffico crocieristico che dà lavoro a oltre 5mila persone e porta 450 milioni di euro l’anno».

Rimane il fatto che nel gennaio del 2012 apparve come il paladino di quei "condomini" giganti. I salotti delle grandi famiglie blasonate attive nella difesa di Venezia, semplici cittadini e i no global la identificarono come il responsabile dello scempio, soprattutto quando, tre mesi dopo che il comandante Schettino mandò la Concordia a sbattere contro uno scoglio, i ministri Clini e Passera vararono il famoso decreto che estromette le grandi navi dalla laguna.
«Lo scempio, se si vuole, è estetico. Perché le cosiddette grandi navi sono le più moderne, le più sicure e le meno inquinanti».

Nella città della bellezza quasi sfacciata, anche uno scempio estetico è un peccato mortale.
«Proprio per questo nel 2007, ben cinque anni prima che tutti si svegliassero, avevo proposto di costruire un nuovo porto in terraferma, trasformando la Marittima nello scalo degli yacht e delle navi più piccole».

Si riferisce a Dogaletto, ai confini della zona industriale di Porto Marghera e amministrativamente nel Comune di Mira, "capitale" della Riviera del Brenta. Un’idea, però, mai decollata.
«Un progetto vero e proprio che aveva già ottenuto il parere favorevole anche della precedente amministrazione di Mira e, soprattutto, della Capitaneria di porto perché le navi da crociera non avrebbero intralciato il traffico del porto commerciale. Costava tra i 150 e i 200 milioni di euro, come i progetti che nove anni dopo sono ancora all’analisi del ministero in attesa di una decisione definitiva».

Lei di anni ne ha 68 e da 15 guida Vtp. Un’eternità.
«I miei figli già dieci anni fa mi avevano detto di lasciare la presidenza e oggi mi rinfacciano che, se li avessi ascoltati, invece di 500 dipendenti il nostro gruppo alberghiero Apogia ne avrebbe 2.500. Ma io rispondo loro che comunque ne è valsa la pena, possiamo accontentarci di essere il quinto gruppo italiano, e per me è stata un’esperienza nonostante tutto bellissima. Dopo otto mandati, però, ho detto basta, e già a maggio dell’anno scorso avevo annunciato che era arrivato il momento di tornare ad occuparmi dei miei affari. Sono rimasto un altro anno solo perchè mi hanno chiesto di accompagnare Vtp alla transizione».

Più che una transizione, è un cambio epocale. La settimana prossima tre compagnie da crociera internazionali e un terminalista turco, spendendo 24 milioni di euro, entreranno in una società che gestisce un settimo del territorio di Venezia storica, pronte a diventarne padrone non appena scadrà il patto di sindacato che garantisce il controllo alla Regione.
«La gestione ibrida con gli utilizzatori delle banchine partecipi della società che le ha in concessione può effettivamente sollevare dubbi. Il bando di gara, però, mi sembra abbia le contromisure contro possibili monopoli. E poi la presenza di soci molto forti può agevolare le istituzioni locali e gli imprenditori che chiedono al Governo di risolvere i problemi della crocieristica veneziana prima che la crisi causata dalle limitazioni alle grandi navi diventi un declino irreversibile, mentre nel resto del mondo è un settore in costante crescita».
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