VENEZIA - Carte alla mano, è uno dei due progetti preliminari compiuti sui sette che sono stati presentati al Governo come alternativa al passaggio delle grandi navi a San Marco.
Ieri Venis Cruise 2.0, il progetto promosso da Cesare de Piccoli, è stato presentato alla città da uno stuolo di tecnici, che hanno curato, ciascuno per la propria specialità, i singoli aspetti della progettazione. Il risultato è un terminal per 5 grandi navi alla bocca del porto del Lido lungo quasi un chilometro (940 metri di banchina) appoggiato al fondale che costerà 128 milioni e potrebbe essere completato per l'avvio della stagione crocieristica 2017.
All'Ateneo Veneto, De Piccoli ha ricordato che il suo è un progetto serio, realizzato anche da Duferco Engineering, studio Cristinelli, Ipros ingegneria ambientale e AdGeo sistemi per l'ambiente. «Noi proponiamo - ha detto - la differenziazione delle funzioni tra la Marittima e il nuovo terminal esterno. Come accade negli aeroporti, nell'attuale stazione (immagina soprattutto i fabbricati 107-110) si svolgono le procedure di accettazione e d'imbarco, nel terminal solo l'imbarco o lo sbarco dalle navi. I passeggeri saranno portati da motonavi, bagagli e merci da bettoline. Nessuno ha pensato di "invadere" la via Fausta. Il collegamento con la terraferma è comunque necessario, ma solo a fini di emergenza».
Ultimo aggiornamento: 16:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA Ieri Venis Cruise 2.0, il progetto promosso da Cesare de Piccoli, è stato presentato alla città da uno stuolo di tecnici, che hanno curato, ciascuno per la propria specialità, i singoli aspetti della progettazione. Il risultato è un terminal per 5 grandi navi alla bocca del porto del Lido lungo quasi un chilometro (940 metri di banchina) appoggiato al fondale che costerà 128 milioni e potrebbe essere completato per l'avvio della stagione crocieristica 2017.
All'Ateneo Veneto, De Piccoli ha ricordato che il suo è un progetto serio, realizzato anche da Duferco Engineering, studio Cristinelli, Ipros ingegneria ambientale e AdGeo sistemi per l'ambiente. «Noi proponiamo - ha detto - la differenziazione delle funzioni tra la Marittima e il nuovo terminal esterno. Come accade negli aeroporti, nell'attuale stazione (immagina soprattutto i fabbricati 107-110) si svolgono le procedure di accettazione e d'imbarco, nel terminal solo l'imbarco o lo sbarco dalle navi. I passeggeri saranno portati da motonavi, bagagli e merci da bettoline. Nessuno ha pensato di "invadere" la via Fausta. Il collegamento con la terraferma è comunque necessario, ma solo a fini di emergenza».