A casa di Mazzacurati in California
«Tornare a Venezia? Non lo so»

Venerdì 2 Settembre 2016 di Maurizio Dianese
Giovanni Mazzacurati e la sua villa a La Jolla
36
Una villa a due piani, stile anglo-californiano, con i mattoni rossi a vista che si fanno la guerra con i rampicanti e una vetrata che illumina la camera da letto padronale. È qui, al 7231 di Draper Avenue, a La Jolla, in California, che vive Giovanni Mazzacurati, l'uomo del Mose, da quando se n'è andato all'Italia, ormai due anni fa.
«Come sto? Benissimo. Grazie». 
Il Consorzio Venezia Nuova – cioè i contribuenti italiani - non paga più l'affitto per questa villa che veniva fatta passare per foresteria in uso a chissàchi e che invece era semplicemente il luogo del relax di Mazzacurati e della moglie quando venivano negli States. “Sì, sto bene qui in America”.
Peraltro sempre a La Jolla, Giovanni Mazzaurati aveva pure finanziato – pardòn, i contribuenti italiani avevano finanziato – una ricerca, che i maligni definiscono improbabile, sui sedimenti lagunari e il loro riutilizzo. Ma può darsi che il punto di vista di qualche “oceanologo” americano con la passione per le foche marine – che qui prendono il sole sulla spiaggia, assieme ai bagnanti, gli manca solo la sdraio, l'ombrellone e il cocktail - fosse determinante per capire come costruire il Mose, chissà. Il buen retiro dell'uomo che, secondo i medici, è di fatto ormai incapace di intendere e di volere e dunque non può essere sottoposto al controinterrogatorio degli avvocati difensori degli altri imputati, è in quartiere non proprio da super Vip perchè non ha la vista sul mare ed è circondato pure da casette prefabbricate. La villa si trova in una traversa del centrale La Jolla Boulevard in questa cittadina a due passi da San Diego – e dal confine Messicano dove più di qualche volta Mazzacurati ha fatto una capatina, anche nel pieno dell'inchiesta Mose e dove con i soldi si può comprare più o meno tutto e non solo burritos e tacos.

PARADISO DA MILIARDARI
La Jolla è un posto per qualche vecchio hippy che si è dato definitivamente al surf e alla coltivazione della marijuana – che qui è di fatto legalizzata – ma soprattutto di miliardari. Basti dire che a due passi dalla villa di Mazzacurati c'è O'Gara Coach, un rivenditore di auto non proprio economiche che mette in mostra Rolls Royce e Maserati, Bentley e Ferrari e addirittura una Bugatti Veyron, un ottomila di clindrata che, di base, non si porta via per meno di un milione di euro, però te la danno con il pieno di benzina che se si spinge sull'acceleratore non dura per più di 8 minuti 8. 
La villa dell'uomo del Mose che solo di liquidazione si è portato a casa 7 milioni di euro non ha la vista sull'oceano e sui surfisti che cavalcano le onde, è in terza fila, si direbbe in Italia, ma è comunque una piccola meraviglia pur sempre da milionari. Davanti alla porta d'ingresso, che si apre su un salone che è una piazza d'armi, arredato con molto gusto, all'italiana, senza alcuna traccia di pacchianeria, c'è un carrettino in stile country, pieno di garofani bianchi. Perfetti, curatissimi. Del resto il giardiniere è lì che aspetta ordini e intanto cura i rampicanti e il praticello all'inglese che degrada docile fino alla strada. 

IL PENSIONATO INFORMALE
Dimagrito, con il colorito sano tipico del “retired” americano che ha dedicato una vita al duro lavoro e si gode la pensione, Giovanni Mazzacurati apre la porta di questa casa di proprietà della seconda moglie, Rosangela Taddei, in pantaloni di felpa nera e t-shirt dello stesso colore. Un modo di vestire informale, alla Silicon Valley, che fa a pugni con il Giovanni Mazzacurati inventore del Mose, che era sempre in giacca e cravatta, anche quando portava il ministro di turno in visita ai cantieri, in mezzo alla polvere e alle ruspe. Sorridente di un sorriso beato, di chi è in pace con il mondo e con se stesso o forse, come dicono i medici, di un sorriso che è determinato dalla demenza senile, incuriosito dalla visita, allunga la mano per una stretta curiale, tipica dell'uomo che con gentile, ma feroce determinazione per 10 anni ha corrotto mezza Venezia e un bel po' di Italia mentre si comprava la benevolenza o almeno la neutralità dell'altra mezza a colpi di sponsorizzazioni. È a piedi scalzi sul pavimento di marmo luccicante di questo salone che attraversa l'intera casa e dà sul giardino interno, dove si affacciano anche i due garage doppi. Mazzacurati si guarda intorno, al primo momento non capisce, chiede lumi sul pacco che gli è appena stato consegnato da un corriere di Amazon. 
No, ingegnere, non so nulla del pacco. Sono del Gazzettino. Come sta?
«Benissimo».
È da un bel po' che è qui, si trova bene in America?
«Benissimo».
Ha intenzione di tornare in Italia?
«Adesso vediamo».
Ma torna o non torna? A Venezia è in corso il processo all'ex sindaco Giorgio Orsoni.
«Ah, sì, Orsoni».
È stato interrogato Piergiorgio Baita.
«Ah sì, Baita».
In tanti vorrebbero sentirla perchè Baita dice che è stato lei a inventare il sistema Mose e par di capire che lei invece sostiene che è stato Baita.

LA MOGLIE 
«Mio marito non ha mai accusato nessuno», si intromette Rosangela Taddei, chiaramente sulle spine. È corsa giù dal primo piano come una furia, lo sguardo che fulmina, esattamente l'opposto di quello del marito, che sembra perso, affondato nella nebbia. Mazzacurati sembra annaspare tra la voglia di parlare, di rispondere, di dire, di spiegare e la necessità di obbedire agli ordini della moglie, che lo ha preso sottobraccio e comincia a tirarlo, cercando di farlo rientrare in casa. Lei è tesa, preoccupata. Si intromette in continuazione, dà sulla voce al marito, che pare stranito, perso e anche quando risponde a tono, lo fa con la lentezza di chi appare sperduto, di chi ha perso il contatto con la realtà. Se finge merita un Oscar, ma il fatto che ripeta sempre le stesse frasi, fa pensare che ormai viva in un suo mondo in cui il passato e i nomi del passato appaiono come fantasmi. No li ha dimenticati, la sembra ricordarli con distacco. 
«Mio marito è molto ammalato, sa».
Sì, ma non è vero che nei verbali suo marito non ha accusato, al contrario...
«Ah, nei verbali».
Sì, nei verbali. 
«Ne avete scritte di cose, oltre ai verbali. E continuate a scrivere, vedo. Ne avete scritto di cattiverie su di noi, voi del Gazzettino. Non vi basta? E poi come ha fatto a trovarci?».
Nessun segreto. C'è un sito internet che per 95 cents offre tutte le informazioni possibili su chiunque, Mazzacurati compreso. Il sito mette anche i nomi dei parenti, a cominciare proprio da Rosangela Taddei, la moglie, e per altri 95 cents si può sapere che lei prima ha vissuto a Lemon Grove e poi a San Diego, sempre in California. E che il suo segno zodiacale è il leone. Poi ci sono tutti i numeri di telefono e si può pure accedere, per modici 14 dollari e 95 centesimi, al profilo criminale di Mazzacurati, volendo.
«Mio marito sta male, siamo qui per curarci».
Cure che ad occhio e croce, almeno per quanto riguarda il fisico, sembrano miracolose. Lei sembra in forma perfetta, ingegnere. 
«Sì, sto bene. Adesso vediamo, però».

LONTANO DA VENEZIA 
L'occhio di Mazzacurati si intenerisce quando gli portiamo i saluti della sua prima e unica segretaria, quell'Antonia che ebbe l'intuizione di fare le valigie qualche mese prima che venisse giù il mondo Mose. 
«Ah, sì l'Antonia, me la ricordo bene, me la saluti tanto, come sta?», si raccomanda l'ingegnere che volle costruire la più grande opera di ingegneria idraulica mai concepita in Italia e in Europa e che a 80 e passa anni ancora confidava di non avere alcuna voglia di andare in pensione. Adesso è qui in pensione forzata, chissà se ha la preoccupazione che possano chiedere il suo rientro in Italia. In realtà il suo visto è scaduto da almeno un anno e mezzo, ma dall'Italia non è arrivata nessuna richiesta di rientro. E lui di ripartire per Venezia non pare aver intenzione, perché quel suo “adesso vediamo” che ripete in continuazione come fosse una litania, si capisce che, tradotto, vuol dire, “non se ne parla proprio”. Del resto, chi glielo fa fare? Se torna rischia il processo, la condanna e il sequestro dei beni. Un comune mortale – cioè un non miliardario – sarebbe già stato arrestato in quanto clandestino ed espulso dagli States, ma figuriamoci se un funzionario della polizia di frontiera Usa suona alla porta di una villa miliardaria di La Jolla.
Le manca Venezia, ingegnere? Vorrebbe tornare?
«Adesso vediamo».
Ultimo aggiornamento: 15:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci