VENEZIA - A Venezia aumentano le "magoghe" e spariscono le "seeghette". E non si tratta di una coincidenza: ormai da mesi i passerotti storici della città sono sempre più rari, non si vedono più volare in piazza San Marco assieme ai piccioni, o avvicinarsi ai tavolini dei bar per rubare qualche briciola.
Qualcuno a marzo aveva già notato che il numero degli uccellini era drasticamente diminuito, come Alessandro Tarlà del bar Melograno in Riva Sette Martiri, ma la notizia era passata un po’ in sordina e senza che nessuno legasse l’assenza dei piccoli volatili all’aumento dei gabbiani reali, le cosiddette “magoghe”.
«Lavorando in bar – spiega Tarlà – ho sempre visto le numerosissime seghette arrivare in massa su sedie e tavolini all’arrivo dei clienti. Da marzo, invece, non se ne vedono praticamente più e continuo a chiedermi dove sono finite e se mai torneranno». E marzo è anche lo stesso periodo in cui gli operatori di Piazza San Marco hanno iniziato a segnalare un aumento anomalo di giovani gabbiani, particolarmente voraci e aggressivi. Ennio Zanetti, per anni responsabile dell’Osservatorio ornitologico di Porto Marghera, conferma senza ombra di dubbio che i passerotti sono stati decimati dalle "magoghe". «Se i colombi sono il pasto, le seeghette sono solo il dolcetto dei gabbiani. In tutti gli anni in cui ho studiato e inanellato questi grossi uccelli, li ho visti mangiarsi di tutto, dai pesci agli anatroccoli, fino agli uccellini».
L'ornitologo spiega il modus operandi del gabbiano nei confronti dei passerotti. «Li afferrano da sotto le tegole dei tetti e li ingoiano. Oppure, vanno sui nidi e rapiscono i pulcini che ancora non sanno volare, li portano in alto e li lasciano cadere a terra per ucciderli, come fanno anche con le cozze. Lo fanno per nutrire i loro piccoli con proteine animali nel primo periodo di vita».
Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 12:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA Qualcuno a marzo aveva già notato che il numero degli uccellini era drasticamente diminuito, come Alessandro Tarlà del bar Melograno in Riva Sette Martiri, ma la notizia era passata un po’ in sordina e senza che nessuno legasse l’assenza dei piccoli volatili all’aumento dei gabbiani reali, le cosiddette “magoghe”.
«Lavorando in bar – spiega Tarlà – ho sempre visto le numerosissime seghette arrivare in massa su sedie e tavolini all’arrivo dei clienti. Da marzo, invece, non se ne vedono praticamente più e continuo a chiedermi dove sono finite e se mai torneranno». E marzo è anche lo stesso periodo in cui gli operatori di Piazza San Marco hanno iniziato a segnalare un aumento anomalo di giovani gabbiani, particolarmente voraci e aggressivi. Ennio Zanetti, per anni responsabile dell’Osservatorio ornitologico di Porto Marghera, conferma senza ombra di dubbio che i passerotti sono stati decimati dalle "magoghe". «Se i colombi sono il pasto, le seeghette sono solo il dolcetto dei gabbiani. In tutti gli anni in cui ho studiato e inanellato questi grossi uccelli, li ho visti mangiarsi di tutto, dai pesci agli anatroccoli, fino agli uccellini».
L'ornitologo spiega il modus operandi del gabbiano nei confronti dei passerotti. «Li afferrano da sotto le tegole dei tetti e li ingoiano. Oppure, vanno sui nidi e rapiscono i pulcini che ancora non sanno volare, li portano in alto e li lasciano cadere a terra per ucciderli, come fanno anche con le cozze. Lo fanno per nutrire i loro piccoli con proteine animali nel primo periodo di vita».
