Mestre. Una nuova proposta per recuperare l'ex convento di Carpenedo: «Che diventi uno studentato»

Il complesso religioso è chiuso da sei anni e ancora in attesa di un acquirente

Lunedì 17 Luglio 2023 di Maurizio Dianese
IL MONASTERO SERVE DI MARIA SS. ADDOLORATA EREMITANE SCALZE, VISTO DAL CAMPANILE DI CARPENEDO

MESTRE - «Almeno che si apra la struttura a tutti per un paio di giorni.

Almeno questo! Sono passati tre anni dall'ultima intervista del Gazzettino e sei anni da quando il convento delle suore di clausura di Carpenedo è chiuso. E ancora niente. Per questo torno alla carica. Perchè è un vero peccato che si lasci andare in malora un posto così bello, che potrebbe avere mille destinazioni importanti. Tre anni fa dicevo che era l'occasione per dare a Carpenedo una piazza vera, al posto di un piazzale spartitraffico. E adesso dico che potrebbero trasformarlo in uno studentato visto che c'è carenza di posti per gli universitari. È già predisposto. Con mensa e spazi comuni, stanze e stanzette a non finire. E bagni. E poi c'è anche un giardino enorme. Così, con gli studenti si rivilitarizzerebbe Carpenedo e i giovani avrebbero a disposizione una piccola città in cui vivere, perchè Carpenedo è proprio questo, un magnifico posto in cui vivere e vivere bene».

IN ABBANDONO

Così il prof. Mario Berengo, presidente del Comitato Difendiamo Mestre, a proposito del complesso delle ex suore di clausura che si trova tra via Vallon e via San Donà. Un complesso acquisito nel 1939 dall'ordine religioso e disabitato dal 2017, con i suo tesori ben nascosti. In particolare una villa del Seicento, vincolata dalla Soprintendenza, un piccolo gioiello che nessuno più cura. Peraltro stanno cadendo a pezzi anche gli altri edifici, a cominciare da quelli che erano occupati dalle suore e che erano stati anche ristrutturati commettendo degli abusi che poi sono stati sanati - in anni non lontanissimi.

Tre anni fa avevamo scritto che c'era stata qualche proposta di acquisizione, ma ad oggi è tutto fermo. E anche il parroco don Gianni Antoniazzi, che aveva una mezza intenzione anzi una intenzione intera di acquisire il bene, si è dovuto fermare per il no del patriarca Francesco Moraglia. Un no che non si è mai ben capito e che a qualcuno è suonato come un dispetto fatto alla comunità di Carpenedo che vanta tra le sue glorie don Armando Trevisiol e le sue mille realizzazioni. Il complesso delle suore poteva diventare nelle mani di don Gianni l'ennesimo valore aggiunto per la città, ma il Patriarca non ha voluto. Secondo le Eremitane scalze, proprietarie del complesso, l'ex convento vale più dei 3 milioni di euro stimati per l'acquisto, Ma oggi 3 milioni di euro paiono sproporzionati per acquistare una porzione importante e bella di Carpenedo che, però, ha parecchi edifici in buona parte vincolati e un'altra serie di vincoli edificatori. Al punto che chi compra dovrà avviare un intervento di recupero, concordato con la Soprintendenza, accurato e rispettoso della storia del luogo.

LA PROSPETTIVA

«Ma è altrettanto vero ragiona il prof. Berengo - che sarebbe un'occasione unica per spostare l'asse del centro dalla piazza a via San Donà, alleggerendo la pressione sulla piazza. E arricchendo Carpenedo di nuova e qualificata gioventù. Lo studentato per universitari secondo me è la riposta più giusta per questo complesso. Senza diventar matti a trovare chissà quale altra soluzione. Sotto tutti i punti di vista dico che l'ex convento è un'occasione da non perdere. Lo dico come cittadino e lo dico in primis al Comune. Anche perchè c'è quel muro che va abbattuto. Come abbiamo fatto per il muro di villa Franchin. E, a proposito di muro, visto che i mestrini non hanno mai avuto l'occasione di entrarci, vorrei tanto che ci fosse un weekend dedicato a questa bellezza, che pochi conoscono. Il sindaco Luigi Brugnaro che è molto attento alla vita cittadina per favore batta un colpo».

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