Emilio Vedova, disegni inediti
nel decennale della morte

Martedì 3 Maggio 2016 di Alessandro Comin
Emilio Vedova, disegni inediti nel decennale della morte
VENEZIA - Un incontrollato eppure meticoloso divenire di un’arte sempre calata nell’attualità oltre le progressive inclinazioni astrattiste. Questa fu la poetica di Emilio Vedova, pittore schivo eppure combattente, come testimoniano numerosi aneddoti della sua vita. E questo fluire impetuoso e ininterrotto, di ciclo in ciclo, sarà visivamente rappresentato dall’omaggio che la Fondazione intitolata a lui e alla moglie Annabianca renderà nel decennale della morte di entrambi. Una grande mostra, nella sede del Magazzino del sale, con oltre duecento disegni, in gran parte inediti, dagli anni Quaranta al nuovo millennio, a tappezzare senza alcuno spazio vuoto una grande parete lunga 27 metri e alta tre.

 

L’allestimento, a cura di Germano Celant e Fabrizio Gazzarri, galopperà libero senza particolari ordini cronologici o stilistici, per dimostrare la continuità del segno ma anche la grande varietà di linguaggi, tecniche e formati, come ha anticipato lo stesso Gazzarri, per decenni fedele collaboratore del maestro. Una sezione introduttiva mostrerà su un tavolo disegni degli anni Trenta, riproducendo la "stratificazione" di opere che era uno dei modi di lavorare dell’artista. E non potrà mancare la movimentazione di due serie di nove grandi opere, teleri alti e stretti animati dalla famosa "macchina" di Renzo Piano.

La mostra aprirà il 29 maggio, ma è solo una delle iniziative della Fondazione presieduta da Alfredo Bianchini, che nella filosofia ispiratrice e nella scelta di molti interpreti delle celebrazioni si è mossa nella direzione di «ricercare Venezia, i veneziani, le loro virtù». E’ in uscita il volume "De America", a cura di Celant e di Laura Lorenzoni, che indaga il ciclo di 50 dipinti ispirati dai numerosi viaggi dell’artista oltre Oceano, dimostrando come Vedova sia stato uno dei nomi che più influenzarono la formazione della coscienza artistica contemporanea soprattutto negli Stati Uniti, lui che comunque aveva rifiutato un invito alla Casa Bianca dell’allora presidente Clinton. Alla mobilitazione degli "amici americani", in particolare del mondo accademico, nei confronti del sindaco di Venezia negli anni Settanta, è del resto dovuto in qualche misura il salvataggio dello stesso Magazzino del sale dalla demolizione, con un fitto carteggio di lettere riemerso dagli archivi della Fondazione. Che progetta una imminente mostra a New York, mentre si sta chiudendo quella di Salisburgo e ne è programmata una a Duisburg.

Ed "Euroamerica" si intitola la ricca sezione musicale del decennale, ideata da Mario Messinis sul filo di un ideale botta e risposta tra il vecchio e il nuovo continente, ciascuno però con le sue ben distinte peculiarità. Grandi nomi, giochi reinterpretativi, alternanza di godibilità diretta e rarità più complesse in un carnet concentrato in autunno dopo un concerto inaugurale di Chick Corea il 15 luglio (le informazioni sui biglietti usciranno nei prossimi giorni sul sito della Fondazione). Un’altra leggenda del jazz, Uri Caine, che il 30 ottobre rivisiterà Mahler. Prima, Giovanni Mancuso presenterà un inedito progetto ispirato a Frank Zappa e Luca Mosca affiderà alla voce di Cristina Zavalloni le sue trascrizioni di canzoni dell’epoca d’oro del cinema americano e alcune sue creazioni originali ispirate alle stesse. Altre serate saranno dedicate a John Cage e Stockhausen prima dei concerti conclusivi di Letizia Michielon al pianoforte e del Jack Quartet, ensemble Usa per la prima volta a Venezia.
Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 08:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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