CHIOGGIA - «Ma avete controllato bene chi sono i partecipanti ai bandi per le concessioni balneari?». A porre la domanda alle amministrazioni dei comuni costieri, Chioggia e Jesolo in primis, è Claudio Maurelli, portavoce nazionale del Comitato popolo produttivo.
IL CASO
Il riferimento è alla legge regionale 33 che permette, a fronte di un investimento, di chiedere la proroga delle concessioni esistenti, fino a vent'anni. Chioggia è stata apripista per questa modalità operativa e anche a Jesolo molti balneari si sono comportati in questo modo. Ma c'è una controindicazione: il progetto di investimento va reso pubblico e altri imprenditori, venendone a conoscenza, possono presentare una proposta alternativa che, se giudicata migliore per l'ente pubblico, porterebbe alla perdita della concessione da parte dell'operatore "storico". A Chioggia è capitato alla "Cucina da Gigetto" di perdere la concessione (ma c'è un ricorso al Tar che sarà discusso verso fine mese) a favore di un'impresa che storicamente era un negozio di generi alimentari e si è trasformata in gestore di spiagge. E questo è solo un esempio dei dubbi che possono nascere sulla "qualità" dei concorrenti alle aste. "Gigetto" ha aderito al Comitato popolo produttivo, così come alcuni altri operatori di Chioggia e Jesolo. «Risultano, da nostri approfondimenti, afferma Maurelli - alcuni bandi in corso di avanzamento a Jesolo e a Chioggia. Chiediamo pubblicamente un incontro formale, con le due amministrazioni, prima del 10 novembre, per verificare se siano state valutate accuratamente le visure camerali delle società concorrenti. Essendo atti pubblici è meglio evitare che all'interno delle società e dei consorzi partecipanti possano, erroneamente e inavvertitamente, essere presenti, ad esempio, quote di fondi finanziari speculativi, quote di società immobiliari, quote di società riconducibili a giornali o, peggio, parenti di sindacalisti o politici stessi. Se ciò accadesse sarebbe uno scandalo. Come Comitato siamo i primi a sostenere che non vi siano dubbi sulle compagini societarie partecipanti ai bandi ma vogliamo tutelare le Giunte comunali da qualunque dubbio di legittimità o conflitti di interessi, secondo noi ad oggi inesistenti. Meglio un'ultima verifica insieme».
LA PROPOSTA
Una proposta che difficilmente le amministrazioni potranno accettare, dato che l'istruttoria degli atti pubblici non può essere condivisa con "terzi", anche se dimostrano le migliori intenzioni. Al massimo i comuni potrebbero recepire eventuali segnalazioni. Ma il Comitato popolo produttivo manifesta fiducia: «Confidiamo sulla buona fede delle Amministrazioni dice Maurelli - siamo certi saremo invitati a breve, confermando un appuntamento nei Comuni citati. Se cosi non fosse, con estremo dispiacere ne daremo contezza su tutti i quotidiani locali».