CONA (VENEZIA) - Altro che smantellare. A Conetta di Cona, parafrasando il buon De Andrè, si va in direzione ostinata e contraria. Una direzione che in questo caso porta all'ampliamento della ex base missilistica delle polemiche, segnale che difficilmente farebbe pensare a una chiusura in tempi brevi dell'hub veneziano che al momento ospita oltre 1.200 migranti. È in costruzione l'undicesimo capannone della struttura: presumibilmente, servirà a far crescere la disponibilità di posti letto. «Su Conetta si sono investiti finora quasi 700 mila euro - tuona il sindaco di Cona, Alberto Panfilio - tra 400 mila euro per costruire la rete fognaria e 269 mila per questi nuovi lavori. È così, quindi, che si vuole chiudere Cona?».
Il problema a Conetta di Cona non è l'accoglienza in sé ma l'enorme assembramento di persone di etnie diverse. E gli effetti collaterali sono dietro l'angolo: da un lato il rischio di rivolte e scontri tra fazioni, dall'altro i problemi di tipo sanitario. Come segnalato dal segretario del sindacato di polizia Ugl, Mauro Armelao, nei giorni scorsi è scattato l'allarme per un presunto caso di meningite. Un 24enne della Nuova Guinea, infatti, era stato ricoverato il 10 luglio per una febbre sospetta. Sottoposto a tutti gli esami del caso, il giovane aveva effettivamente contratto una forma influenzale simile alla meningite, ma non di tipo virale...
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