Chioggia. Pesca, si cambia: trappole in mare per catturare seppie e vongole. Come funziona

Lunedì 24 Aprile 2023 di Roberto Perini
Pesca, si cambia: trappole in mare per catturare seppie e vongole. Come funziona

CHIOGGIA - Via libera alla sperimentazione di nuove regole finalizzate ad una miglior coesistenza tra la pesca dei molluschi migratori mediante nasse e quella delle vongole, con l'impiego di draghe. Indirettamente è in ballo la sorte delle seppie le quali, com'è noto, stentano a riprodursi per motivi ancora non del tutto appurati.

Si tratta di due attività scarsamente conciliabili tra loro; entrambe impattanti, in senso lato. I rastrelli metallici trascinati sui fondali disturbano la naturale, tranquilla migrazione delle seppie, che si protrae dalla primavera sino all'inizio dell'estate. Le nasse calate senza un preciso criterio, oltre a costringere i vongolari a seguire rotte irrazionali, a causa della loro stessa conformazione, comportano anche la distruzione e la conseguente mancata schiusa di una miriade di uova. Ed è per questo motivo che sono attrezzi malvisti da molti pescatori d'alto mare. Tale pratica si è diffusa oltre ogni previsione da quando, anni or sono, l'Unione europea decise di vietare l'uso delle tradizionali reti da traino, sotto costa.

L'ORDINANZA

Confidando nel conseguimento di qualche risultato apprezzabile, con l'ordinanza 16/2023, l'Autorità marittima fissa le posizioni ed i periodi in cui le trappole potranno essere calate a mare. Regole analoghe, per le draghe da vongole. Tutti i dettagli e le disposizioni sono resi espliciti grazie ad una pianta a colori, a corredo dell'atto. La normativa, dichiaratamente sperimentale, vige nell'intero compartimento marittimo di Chioggia, che si estende dalla bocca di porto di San Felice sino a Porto Tolle. Ora tutti sperano che il tentativo di porre ordine tra le attività che si svolgono sotto costa possa davvero giovare al compromesso ciclo biologico delle seppie. Il preoccupante fenomeno, abbastanza vistoso anche nei bassi fondali del Delta (comunicanti col mare tramite stretti pertugi, nelle cui vicinanze si è spesso assistito alla diffusa, disordinata posa delle trappole per la cattura delle seppie adulte di passaggio), fa da contraltare all'idea condivisa da molti pescatori chioggiotti, secondo i quali avrebbero smesso di riprodursi massicciamente a causa dei lavori del Mose. Le nasse, che ora possono essere calate esclusivamente nel rigoroso rispetto di parecchie restrizioni, consistono in gabbie metalliche contenenti rametti di alloro che attirano fortemente le prede. Quando gli attrezzi vengono salpati, le foglie fissate all'interno appaiono sempre ricoperte da un fitto strato di minuscole uova contenenti piccolissimi embrioni destinati giocoforza alla distruzione. E' un dato di fatto che la rarefazione delle seppie sia oggetto di studi approfonditi da parte del Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova. Da alcuni anni a questa parte, i ricercatori stanno tentando di creare ambienti artificiali favorevoli. I dispositivi subacquei (consistenti in tronconi di cordame ricavato da particolari fibre cui le seppie letteralmente incollano le uova) sono già stati collaudati all'ingresso della bocca di San Felice.

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