CHIOGGIA - «Il limite minimo di 500 parti all'anno è quello stabilito dal ministero. Ma la cosa più importante è che l'ospedale sia sicuro nel suo complesso. E quello di Chioggia lo è». Non ha dubbi, il dottor Luca Bergamini, primario di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Chioggia, sul mantenimento del punto nascite nel nosocomio cittadino: il numero dei parti non è l'unico criterio da valutare.
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Ma l'Ulss 3 ha immediatamente evidenziato il trend positivo degli ultimi anni (fino al 2018), come a dire che una insufficienza isolata non fa testo e Bergamini spiega che l'organizzazione dei reparti clodiensi, con sale parto disponibili h 24, anestesia e rianimazione (per il controllo del dolore) e terapia intensiva, oltre a pediatria e altri servizi pre e post parto, offre agli utenti elevati standard di sicurezza che si traducono in una attrattività del reparto già evidente. «Se è vero che superiamo regolarmente, con l'unica eccezione, probabilmente temporanea, di quest'anno, i 500 parti, è anche vero afferma il primario che circa 300 di questi arrivano da famiglie del basso Polesine, del basso Ferrarese e della Saccisica», dove, come si diceva, la dotazione per le partorienti è minore. Ma questo è anche il motivo per cui Chioggia, che si è rivelata baricentrica rispetto a un'area ampia, deve continuare ad operare. E se è pur vero che la denatalità è un fenomeno in atto di cui, per il momento, non si vedono segnali di inversione, la strategia dell'Ulss 3, per il futuro, si basa sul Centro Pma (procreazione medica assistita) di I e II livello, la cui realizzazione era già iniziata due anni fa ma è stata poi interrotta dalla pandemia.
FECONDAZIONE
«Le coppie potranno rivolgersi al Centro clodiense spiega Bergamini non solo per l'induzione dell'ovulazione per rapporti mirati e l'inseminazione intrauterina, ma anche (e questo è il II livello) per le tecniche di fecondazione in vitro come la Fivet e l' Icsi (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo). Il II livello è il massimo, in Italia, (eccetto che per pochissimi centri di III livello che si occupano di gravidanza in presenza di malattie del sistema immunitario) e quello di Chioggia sarà di eccellenza, grazie alle qualità del suo direttore, il dottor Amerigo Vitagliano, che vanta la maggior percentuale di successi (42%) in questo campo in Italia e altri professionisti di alto livello, con i quali abbiamo già stabilito gli accordi. Anche la strumentazione sarà all'avanguardia e anche qui abbiamo già i fondi disponibili ma all'acquisto si procederà tra qualche mese». Il cantiere, infatti, è in fase di completamento (previsto per la primavera) e consiste in 115 mq per la Pma (che, per legge deve essere separato dalle sale parto) e 315 per il nuovo gruppo parto a formare un unico blocco. Poi si procederà ale gare per l'acquisto del materiale e alle assunzioni. «Il Centro Pma dice Bergamini sarà operativo da gennaio 2024 ma già dall'autunno potrà cominciare a ricevere gli utenti per le visite connesse ai possibili interventi di fecondazione artificiale. Prevediamo 250 trattamenti all'anno, una parte dei quali, si tradurrà in un nuovo parto a Chioggia. Il costo? Solo un ticket di poche centinata di euro, rispetto ai 6-7000 euro nel privato».