CHIOGGIA - «Aiutatemi voi.
I militari si sono immediatamente attivati, per quanto nelle loro possibilità, prelevando dalla mensa della caserma alcuni pasti caldi, che avrebbero dovuto essere consumati da loro e altri colleghi in servizio, per donarli all’anziana e al nipote e permettere loro di mettere insieme pranzo e cena quel giorno e nei primi giorni seguenti. Alla consegna delle varie porzioni di primi e secondi, preventivamente riscaldati, entrambi - commossi - hanno ringraziato i militari per l’aiuto ricevuto. Della situazione sono, poi, stai informati i Servizi sociali del Comune che, a loro volta, si sono attivati per garantire un aiuto continuativo alla coppia. «Questa famiglia ci era totalmente sconosciuta – spiega l’assessore alle politiche sociali, Sandro Marangon – abbiamo avviato i contatti per conoscere esattamente la loro condizione e programmare ogni aiuto possibile». Dalle scarse informazioni disponibili (i carabinieri, ovviamente, non hanno condotto un’istruttoria conoscitiva, ma hanno affrontato l’emergenza) non sembra una situazione di povertà estrema che non consenta l’acquisto di cibo ma, piuttosto, un quadro di problematiche socio sanitarie, in cui all’aggravamento delle condizioni fisiche, tale da non consentire più l’autosufficienza alla donna e al nipote, si è aggiunta la scarsa conoscenza della rete di volontariato cittadina e, quindi, l’impossibilità di chiedere aiuto. «Non riusciamo a rispondere a tutte le richieste di aiuto come vorremmo – ammette l’assessore Marangon – ma ci sono cose più complesse (un reddito di sostegno, un’abitazione, ad esempio) e cose più semplici da fare. Nel caso degli aiuti alimentari vorrei assicurare tutti che se informati delle necessità, possiamo intervenire rapidamente e in modo appropriato».